La 25enne slovacca ora è il riferimento, ma la sua crescita passa da un lavoro a 360° che ora sembra completo per raccogliere il massimo. Dalla delusione di PyeongChang ai trionfi di Are, guardando sempre avanti. Il tecnico bergamasco: "Ora ci concentriamo sul parallelo di Lech".
Ieri l'abbiamo definita un killer sulla coppa, lei che comanda con tre podi in altrettante gare, compresi i due splendidi successi negli slalom del week-end a Levi, una graduatoria che già la vede con discreto margine sulle dirette rivali, anche se siamo solo all'alba di una corsa lunghissima verso la sfera di cristallo.
Petra Vlhova sul gradino più alto del podio domenica, per la 16esima volta in carriera in gare di CdM, porta con sé una serie di esperienze che ora ci fanno pensare che, a 25 anni e dopo tanti anni nel massimo circuito, avendo allargato il campo dal solo slalom in cui era competitiva sin da ragazzina, anche alla discesa dove avrebbe già potuto vincere nel massimo circuito lo scorso gennaio a Bansko, la maturazione sia davvero completa per puntare al massimo.
La campionessa slovacca ha cominciato questa stagione 2020/21 praticamente già in pieno lockdown, lo scorso aprile quando a Jasna aveva avuto la possibilità di allenarsi ancora sulla neve. Un lavoro enorme sul piano tecnico e atletico, guidata dal suo staff capitanato da Livio Magoni, passato poi per gli allenamenti in pista di giugno allo Stelvio e poi il graduale avvicinamento all'esordio di Soelden prima, e all'opening di slalom poi a Levi, preparando ogni tipo di situazione di gara per il doppio appuntamento in Finlandia.
Magoni e i suoi uomini stanno letteralmente facendo di tutto, a maggior ragione in una situazione complicata come questa legata alla pandemia, per garantire a Petra un supporto che, da team privato senza praticamente alcun appoggio da parte federale, fa invidia a qualsiasi atleta. Come abbiamo avuto modo di riportare nei giorni scorsi, basti pensare che Vlhova ha viaggiato subito domenica sera in direzione Monaco di Baviera (assieme al fratello Boris e allo skiman Gigi Parravicini) con un volo privato messo a disposizione dallo sponsor personale, per poter riposare quelle ore in più che fanno letteralmente la differenza nel corso di una stagione così breve, ma sempre più intensa e logorante. D'altronde, è sempre stato così in termini di organizzazione per tutti i grandi, da Hirscher a Shiffrin sino a Vonn.
“Io, assieme a Matteo (Baldissarutti, il tecnico friulano che lavora nel Team Vlhova dal 2019, ndr), sto rientrando guidando i pulmini dalla Finlandia sino a casa – ci ha confermato lo stesso Livio Magoni in queste ore – Arrivando martedì, prepareremo subito l'allenamento di mercoledì mattina, poi il trasferimento a Lech e di nuovo gara”.
Sì, perchè giovedì Petra Vlhova sarà ancora la favorita del parallelo sul pendio austriaco, lei che ha vinto l'ultima coppa di specialità (seppur con due sole gare disputate, di cui una vinta a Sankt Moritz) e si è allenata parecchio anche in PGS nelle ultime settimane. Perchè con Magoni non si lascia proprio nulla al caso.
LIVIO E PETRA
Tutto parte da lontano, da quei primi giorni di maggio del 2016 in cui a Rovetta venne presentata la collaborazione tra Livio Magoni e Petra Vlhova, con un accordo su base annuale e l'idea che poi se ne sarebbe riparlato in ottica Olimpiadi 2018.
Il tecnico di Selvino, dove la stella slovacca si è allenata tantissime volte, per poi fare base a Vipiteno ormai da un paio di stagioni, ha “preso per mano” Petra quando la giovane di Liptovsky Mikulas non aveva ancora compiuto 21 anni e il bergamasco era reduce dalla straordinaria cavalcata dove aveva guidato Tina Maze sul tetto del mondo, tra medaglie e quella Coppa del Mondo 2012/13 in cui la slovena aveva firmato il clamoroso record di 2414 punti in una stagione, e la successiva avventura alla guida dell'Italsci in rosa per due anni di semina, poi conclusi con un addio decisamente amaro.
Certo, Vlhova si era laureata campionessa del mondo junior a Jasna, nel 2014, e aveva vinto in Coppa del Mondo pochi mesi prima, nello slalom di Are, ma sembrava “solo” una potenziale grande atleta tra i rapid gates.
La prima perla sotto la guida Magoni arriverà nello slalom delle finali di Aspen (marzo 2017), anticipando proprio Mikaela Shiffrin, che il mese prima aveva vinto il suo terzo titolo mondiale nella specialità con Vlhova quarta (ma alla prima medaglia senior con l'argento nel team event). Poi la delusione di PyeongChang, con il solo 5° posto in combinata quale miglior risultato nella sua seconda apparizione olimpica, la prima con grandi ambizioni.
Poi il cambio di marcia, le cinque vittorie del 2018/19 e il tris di medaglie al Mondiale di Are, con il capolavoro nel gigante d'oro che la pone su un piano differente, lei che aveva già vinto due volte tra le porte larghe nelle settimane precedenti e concluderà al secondo posto nella generale di coppa. E lo scorso anno quella sfera di cristallo assoluta è stata accarezzata, perchè pur concludendo al 3° posto dietro Brignone e Shiffrin, Petra è stata la rivale più pericolosa di Federica, in quel folle finale di stagione.
Ora sì, ha davvero tutto per completare la missione.
Parallel Slalom Femminile Replaces: 13.11.2020 Lech / Zuers (AUT)
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Giovedì 26 Novembre 2020BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
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Ghiacciaio Val Senales | 6/11 | 25-81 cm |
Saas-Fee | / | 0-0 cm |
Ghiacciaio Presena | 0/30 | 0-20 cm |
Breuil-Cervinia | 11/15 | 60-150 cm |
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