Italjet maschile, zero top ten in 4 gare ma Franzoni è il futuro. Le parole del podio di Beaver Creek

Italjet maschile, zero topt, ma Franzo. Le parole del podio di Beaver Creek
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Italjet maschile, zero top ten in 4 gare ma Franzoni è il futuro. Le parole del podio di Beaver Creek

Il super-g sulla Birds of Prey ha confermato tutte le difficoltà della nazionale azzurra di velocità, anche se il bresciano ha impressionato sino al volo finale (senza grossi danni per ora). Kilde piega ancora Odermatt, ma in casa Norvegia fanno spavento McGrath e Braathen...

La trasferta nordamericana, peggio di così, sinceramente non sarebbe potuta andare per l'Italjet maschile che, nelle quattro gare (due discese e due super-g, ma se ne sarebbero dovute disputere tre per ogni specialità) andate in scena tra Lake Louise e Beaver Creek, non ha raccolto alcun piazzamento in top ten.

Il miglior risultato è l'11° di Guglielmo Bosca nel super-g di domenica scorsa in Canada, quest'oggi il migliore sulla Birds of Prey è stato invece Mattia Casse, appena 19°, anche se proprio dalla seconda sfida sulle nevi del Colorado è emerso, come mai ancora l'avevamo visto in Coppa del Mondo, tutto il talento di Giovanni Franzoni, con la chance di giocarsi anche la top five sino a quell'arretramento con rotazione fatale proprio nel punto in cui viene a mancare il terreno per l'ultimo salto che porta dritti al traguardo.

Il bresciano vincitore dell'ultima Coppa Europa, quindi col posto fisso garantito per l'intera stagione di CdM, fortunatamente non dovrebbe avere particolari conseguenze dalla botta patita, con la FISI che ha fatto sapere come le lastre effettuate ad un braccio abbiano dato risultato negativo (in ogni caso verrà rivalutato dalla commissione medica federale al rientro in Italia nelle prossime ore), ma la sua prestazione è l'unica luce di un avvio di stagione che è stato nero soprattutto, ovviamente in relazione alle attese su di lui, per Dominik Paris.

Uno “zero” e un 20° posto in discesa, un 18° e un 32° nei due super-g, insomma un mezzo disastro e con il sogno coppa di discesa già parecchio lontano, anche se per la disciplina regina ci sono ancora dieci appuntamenti e si può recuperare terreno, probabilmente da Bormio in poi anche se lo scorso anno in Val Gardena, “Domme” fu ottimo quarto.

Se l'Italia piange, ride la Norvegia non solo per il tris di vittorie stagionali collezionate da questo Aleksander Aamodt Kilde da favola, ma anche per il debutto pazzesco di Atle Lie McGrath e Lucas Braathen in un super-g del massimo circuito. D'accordo, stiamo parlando di due talenti fuori dal comune, ma il 5° e il 7° posto portati a casa dai “gemelli” classe 2000 è qualcosa di straordinario, a conferma che questi ragazzi ci faranno vedere cose grandiose per il prossimo decennio non solo tra gigante e slalom.

Oggi era realmente molto complicato, c'erano molti punti in cui potevi fare errori – è stata la prima analisi di Kilde dopo il suo quarto successo consecutivo ottenuto in Colorado (vinse super-g e discesa, in quest'ordine, anche nel 2021 – Ho cercato di essere intelligente e sciare più pulito del solito, ha funzionato”.

E Marco Odermatt, di nuovo battuto per un soffio (questa volta un paio di decimi), come l'ha presa, conscio che con i prossimi giganti in programma la fuga per la coppa potrebbe essere solo questione di tempo, nonostante un rivale del genere? Come sabato dopo la discesa, il fenomeno rossocrociato sorride per un altro secondo posto: “La posta in gioco è sempre molto alta e non puoi permetterti errori – ha confessato al traguardo ai microfoni di SRF – Sta diventando dura sul piano fisico e mentale, siamo in viaggio da tre settimane e mezzo con spostamenti, tante gare e pressione, ma anche la prestazione di quest'oggi mi rende soddisfatto.

Era una grande sfida per tutti, un pendio e un tracciato difficile, bastava un attimo per cedere 15 posizioni. In un paio di punti ho perso un po' il controllo, ma posso solo fare i complimenti a Kilde”.

Molto vicino ai due meravigliosi primattori di questa Coppa del Mondo, un bravissimo Alexis Pinturault ha colto la terza moneta, stesso piazzamento del suo ultimo podio in super-g, proprio sulla “Birds of Prey” ben otto anni fa. Eppure, già a Lake Louise si era capito che il transalpino era in palla in una disciplina che, sui percorsi più tecnici, lo esalta a dismisura. Probabilmente pure più del “suo” gigante se consideriamo l'ultimo anno. “Sono finito dietro solo ai due più forti. Con i numeri bassi non c'era una gran visibilità, credo di aver sciato bene sul muro (dove ha fatto letteralmente paura...) e anche successivamente mi sono sentito a mio agio”.

E ora si va praticamente a casa, sulla Face de Bellevarde dove ha incantato più volte (pure in slalom) e piegato pure il miglior Hirscher. Sarà quello il tempio per provare a battere Re Odermatt?

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