La verità di Kilde: "Ho voluto chiarire ai tifosi che il mio infortunio è molto più serio di quanto potessero pensare"

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La verità di Kilde: "Ho voluto chiarire ai tifosi che il mio infortunio è molto più serio di quanto potessero pensare"

Il fuoriclasse norvegese, dopo aver testimoniato sui social le sue prime tre settimane dopo il dramma vissuto a Wengen, oggi ha parlato in una conferenza online. Il danno a polpaccio e spalla è stato molto serio, ancora non può camminare e "innanzitutto voglio presto una vita normale. Non so quanto tempo servirà, ma l'obiettivo è quello di tornare sugli sci e poi ad un livello di competitività".

Aleksander Aamodt Kilde ha fatto preoccupare moltissimo gli appassionati del grande sci, in quelle drammatiche ore che hanno seguito la caduta nel finale della seconda discesa di Wengen, lo scorso 13 gennaio.

La mattina successiva, la foto postata sui social con la sua Mikaela Shiffrin ad abbracciarlo ha fatto tirare un gran sospiro di sollievo a tutti, quando si è saputo che non c'erano le temute lesioni agli arti inferiori. Il primo intervento d'urgenza a Berna si è reso necessario per la profondissima (le immagini sono semplicemente impressionanti) ferita al polpaccio, con il timore che potessero esserci danni ai nervi, poi qualche giorno più tardi a Innsbruck, il due volte vincitore della sfera di cristallo di discesa è finito ancora sotto i ferri per il delicato intervento alla spalla sinistra, lesionata in più parti e con il coinvolgimento dei legamenti.

Oggi pomeriggio, il fuoriclasse norvegese ha parlato ai media organizzando una conferenza online per spiegare la sua attuale situazione, tra l'altro anticipata da un messaggio instagram dove già era ben chiaro che il processo di guarigione sarà molto complicato, pur con la fiducia da parte sua e dello staff medico di poter recuperare pienamente. Impossibile però prevedere un ritorno in pista nell'arco di pochi mesi, innanzitutto “prima di pensare allo sci devo ricominciare a camminare e fare le cose di una vita normale, ma ovviamente voglio tornare a fare ciò che amo e gareggiare, al massimo livello possibile in termini di competitività”.

Non dovrebbero essere necessarie altre operazione per Kilde, che sta lavorando a Innsbruck (dove fa base nel periodo invernale ormai da anni) affiancato in questi giorni anche dalla fidanzata, a sua volta costretta ad un lavoro di fisioterapia (decisamente più “morbido”) dopo l'infortunio patito al ginocchio sinistro a Cortina. I genitori del fenomeno scandinavo sono stati un supporto fondamentale nel periodo più duro della sua carriera, decisamente più tosto rispetto al post infortunio al crociato dell'inverno 2021.

Ho provato un dolore incredibile, mai vissuta prima una cosa del genere, e due interventi chirurgici per due situazioni differenti. Ci vuole tempo e il tempo è qualcosa che ho; è una sfida, ma sorrido di nuovo e sono pronto”.

Kilde è costretto sulla sedia a rotelle, anche se ha cominciato da qualche giorno ad esercitare una leggera pressione sul piede, che praticamente non ha mosso per due settimane. “E' troppo presto per dire quanto sarà lungo questo recupero – ha spiegato ancora in conferenza - Sono di spirito positivo e spero di poter sciare ancora ad alto livello, ma ora devo vedere cosa è importante.

Sì, ho voluto comunicare sui social cosa c'era dietro, perché tanta gente mi ha detto che fortunatamente non era così grave, “ti rivedremo presto” etc. A quel punto ho pensato che spiegare pubblicamente la situazione mi avrebbe aiutato ad ottenere rispetto per il mio infortunio”.

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