Non solo Paris, l'Italjet è tornata a funzionare con Marsaglia e Inner. "Oggi sentivo il feeling"

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Sci Alpinocoppa del mondo maschile

Non solo Paris, l'Italjet è tornata a funzionare con Marsaglia e Inner. "Oggi sentivo il feeling"

Tre atleti nei 15 di una discesa di Bormio che cancella, almeno in parte, il disastro del super-g. Strada ancora in salita per Buzzi, peccato per la caduta di Zazzi.

Non solo Dominik Paris e il suo ritorno là davanti, a giocarsi la vittoria nella discesa sulla Stelvio.

L'ultima gara del 2020 ha riportato l'Italjet di Alberto Ghidoni su livelli competitivi altre due punte della nazionale come Christof Innerhofer e Matteo Marsaglia, ricordando sempre che questa squadra deve fare a meno di Mattia Casse da inizio stagione e ha perso per strada anche Prast e Bosca (in attesa di capire per quest'ultimo quali saranno i tempi di recupero dopo la caduta nella prima prova di sabato scorso).

La due giorni di Bormio si è chiusa con una tripla top 15 azzurra, peccato solo per la caduta di Pietro Zazzi, che oggi sarebbe andato a caccia dei primi punti in Coppa del Mondo dopo averli sfiorati ieri in super-g, e per le difficoltà di un Lele Buzzi ancora lontano dalla miglior condizione. L'11° posto di Innerhofer, invece, vale molto dopo il 31° di un super-g che aveva fatto esclamare al campione del mondo di Garmisch 2011 che “sarà meglio cambiare lavoro nel caso dovessi continuare così”.

Dopo gare come quella di martedì, siamo noi atleti i più tristi perchè quando ti alleni 365 giorni all'anno e senti un feeling così brutto, ci rimani davvero male – ha spiegato “Inner” nel dopo gara a fisi.org - Bisognava reagire, non volevo finisse così e sono partito con le idee molto chiare, anche se sapevo che non erano le condizioni ideali per me, con quella neve così aggressiva nella zona centrale.

Oggi, però, mi sono reso immediatamente conto che avevo il feeling giusto sugli sci, sentivo la velocità. E' un passo importante, potevo limare qualche decimo come alla Carcentina dove ne ho lasciati 3-4, forse sul muro finale ero un po' troppo rotondo, ma il podio era lì. C'è stata la reazione”.

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