La proposta della federsci norvegese per uno sci sostenibile: calendario al centro, con partenza dal Nordamerica e...

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Sci Alpinoil futuro dello sci

La proposta della federsci norvegese per uno sci sostenibile: calendario al centro, con partenza dal Nordamerica e...

La federazione scandinava ha ufficialmente redatto un piano, portando a varie riflessioni dirette a tutto l'ambiente del circo bianco, FIS in primis, per avere un futuro con maggiori garanzie per uno sport in difficoltà. La Coppa del Mondo si dividerebbe a blocchi, per ridurre innanzitutto i viaggi, cominciando a fine novembre e con le Alpi al centro dei due mesi fulcro della stagione, sino al tour al nord di marzo prima delle finali.

Un'iniziativa unica (almeno per ora) a livello federale, che nasce dalla Norvegia e vuole coinvolgere tutte le parti in causa, arrivando alla FIS, per cambiare il futuro dello sci.

Renderlo più sostenibile, riducendo le emissioni per un minor impatto ambientale, con un progetto che ha il suo fulcro nei calendari delle prossime stagioni del circo bianco: la Norges Skiforbund, avvalendosi della consulenza della società KPMG, ha proposto così un piano a partire dall'attenzione legata ad un minor numero di spostamenti, che allo stesso tempo aiuterebbe a ridurre la possibilità di infortuni agli atleti. Secondo un rapporto pubblicato sulla rivista “Nature” nell'agosto 2023, si prevede che il 53% delle 2234 stazioni sciistiche studiate in 28 paesi europei, saranno ad altissimo rischio di fornitura di neve in uno scenario che prevede il riscaldamento globale di un “+2°C” nel corso dei prossimi anni.

Anche da questo dato, è stato studiato un piano che prevede un calendario di Coppa del Mondo (stabilito indipendentemente dalle scelte degli atleti di disputare o meno tutte le discipline, senza quindi specifiche in tal senso) che in campo maschile, rispetto alle ultime due stagioni, ridurrebbe le emissioni del 29%. Start direttamente dal Nordamerica a fine novembre, sfruttando quindi la logistica che porta le squadre ad allenarsi tra Cile e Argentina (anche se attualmente viene fatto più che altro a settembre e bisognerebbe posticipare queste date), prima del blocco di Copper Mountain che precederebbe appunto le prime gare, saltando quindi Soelden e in generale l'Europa tra ottobre e novembre, quando le condizioni meteo non sono certo favorevoli nel vecchio continente.

Niente seconda trasferta nordamericana da fine febbraio, come invece ha voluto Johan Eliasch nelle ultime due annate.

Anche la CdM femminile (in questo caso si calcola una riduzione delle emissioni del 14%) partirebbe dalle nevi nordamericane, prima di arrivare a dicembre sulle Alpi orientali, nel periodo in cui gli uomini sarebbe impegnati su quelle occidentali (Val d'Isère, ad esempio, manterrebbe bene o male le sue date).

Entrambi i circuiti poi vivrebbero il gennaio dei grandi appuntamenti, il Classic's Tour partendo dall'Austria, poi da fine mese uomini impegnati nelle Alpi del sud (e qui ci sarebbero parecchi appuntamenti in Italia) e donne nelle Alpi occidentali, prima di due settimane di pausa per i campionati del mondo a febbraio.

Ripartenza a marzo con lo Scandinavia Tour, visto che in quella fase dell'inverno al nord si possono trovare ancora buone condizioni (è un classico, ad esempio, per il panorama dello sci di fondo), poi sempre in parallelo le finali arrivando sino ad aprile.

Inoltre, si chiede di tornare ai calendari su base quadriennale, che nell'era Eliasch sono spariti visto che la programmazione è diventata annuale e ha già visto saltare alcuni pilastri, vedi il progetto del Matterhorn Cervino Speed Opening già bloccato e che non ci sarà nel 2024/25, con i calendari della prossima stagione in alto mare. Anche questo aiuterebbe gli organizzatori ad avere una pianificazione, pure in termini di investimenti, e garanzie ben diverse rispetto a quelle attuali.

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