Tutti gli atleti con Brignone nella battaglia per le regole anti Covid. Le parole di Alexis Pinturault

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Tutti gli atleti con Brignone nella battaglia per le regole anti Covid. Le parole di Alexis Pinturault

La valdostana si è esposta in maniera decisa dopo quanto successo alla nazionale svedese. Alexis: "In questo modo ognuno di noi perderà gare: serve un protocollo come negli altri sport". Il caso della nazionale italiana di salto.

Tutti con Federica Brignone. Gli atleti protagonisti in Coppa del Mondo, sempre troppo poco ascoltati dai vertici di casa FIS in ogni loro battaglia, si sono schierati al fianco della capitana azzurra che, nella serata di giovedì, ha lanciato un messaggio chiaro dopo quanto successo alle colleghe della nazionale svedese, impossibilitate a gareggiare a Levi dopo la positività di Christian Thoma. “Non bastano test negativi per le atlete, basta un solo tecnico positivo e salta tutto. Vi sembra giusto? Perchè abbiamo regole differenti rispetto ad altri sport”.

Da Ester Ledecka a Ilka Stuhec, da Linus Strasser a Tessa Worley e tanti altri, sono proprio coloro che rischiano di veder svanire mesi di lavoro in un amen, come nel caso di Anna Swenn-Larsson e compagne (ma ce ne saranno tanti altri, di questo passo), a provare a fare cambiare qualcosa. Lo stesso Alexis Pinturault, reduce da un periodo di allenamento a Cervinia, prima di tornare in gara nel parallelo di Lech/Zuers, non le ha mandate a dire intervistato sulla vicenda dai colleghi di Ski Chrono.

Come ha detto Federica, prima o poi ne saremo tutti colpiti - le parole del campione francese - In altri sport, come il calcio, il ciclismo stesso, solo coloro che risultano positivi vengono messi in quarantena, gli altri membri della squadra devono essere testati immediatamente e presentare un risultato negativo, e si va avanti.

Se sono preoccupato? Beh, lo dovremmo essere tutti; se non cambierà qualcosa, con un protocollo ben definito, io stesso perderò almeno una tappa di Coppa. Non è una possibilità, è una certezza”.

E ancora, Pinturault analizza un secondo aspetto: “Molti atleti hanno sviluppato anticorpi, come io stesso oppure Kilde, alcuni discesisti della nostra nazionale. Se dovesse emergere un caso nel team, non potremmo correre neppure noi che siamo praticamente certi di non contrarre il virus. Siamo l'unico sport a operare in questo modo, serve cambiare perchè così le classifiche di coppa si baseranno su episodi di questo tipo. Prendiamo l'esempio di Anna Swenn-Larsson: tra le migliori al mondo in slalom, ora avrà già due gare in meno e la stagione compromessa”.

Nei giorni scorsi è emerso, tra i tanti, un altro caso che riguarda direttamente una nazionale italiana: pur non essendo mai stato ufficializzato dalla federazione stessa, nel gruppo del salto maschile la positività di un tecnico alla vigilia della trasferta di Wisla, per l'opening di Coppa del Mondo, ha portato la FISI stessa a non far gareggiare alcun atleta sul trampolino polacco. In quella situazione, ha deciso direttamente una federazione, ancor prima delle autorità sanitarie locali che, in ogni caso, hanno sempre la precedenza a seconda delle varie legislazioni in vigore nei singoli paesi. Se la FIS proponesse un protocollo vigente all'interno della bolla, però, le cose potrebbero cambiare. Anche se pare già sin troppo tardi...

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