Al termine della discesa femminile dei Mondiali di St. Moritz c'è grande rammarico per il quarto posto ottenuto da Sofia Goggia ma c'è anche la consapevolezza che avrebbe potuto finire molto peggio per l'errore che ha commesso.
La bergamasca, in testa all'ultimo intermedio per 14 centesimi nei confronti di colei che ha vinto l'oro, la superfavorita slovena Ilka Štuhec, è arrivata nell'ultima curva impegnativa della pista Engiadina a una velocità doppia rispetto a tutte le altre e le si sono incrociate le punte in modo pericolosissimo soprattutto perché subito dopo c'era un salto, Sofia è riuscita a ristabilizzarsi e a passare regolarmente la porta successiva ma quell'errore le è costato una medaglia sicura se non addirittura quella d'oro. Ma ripetiamo, nell'enorme rammarico per il quarto posto a 52 centesimi dalla degna vincitrice dobbiamo anche rallegrarci che Sofia sia riuscita a rimanere in piedi e a evitare l'ennesimo infortunio. In poche parole, non ha nulla di cui rimproverarsi: quando si rischia oltre il limite l'errore ci sta tutto.
L’oro, come prevedibile, è andato quindi a Štuhec, che succede alla sua grande connazionale Tina Maze nell'albo d'oro della specialità imponendosi con 40 centesimi di vantaggio sull’austriaca Stephanie Venier, per l’Austria il suo argento è la terza medaglia su tre gare iridate femminili e per lei ovviamente, che aveva fatto podio in Coppa del Mondo giungendo seconda nel superG di Garmisch-Partenkirchen, è la prima della carriera, così come per Ilka, che in Coppa ha vinto le prime tre discese stagionali. Terza a 45 centesimi una signora che di medaglie se ne intende, l’immensa Lindsey Vonn, alla sua settima medaglia mondiale, tante quante, per restare negli Usa, Ted Ligety. Non è tutto, Lindsey diventa la più vecchia medagliata mondiale di sempre a 32 anni e 3 mesi, facendo meglio di Anita Wachter che nel 1999 vinse il bronzo in gigante a 32 anni meno un giorno.
La statunitense si porta a casa il bronzo con 7 centesimi di vantaggio sul quarto posto di Sofia, lo stesso piazzamento ottenuto dalla bergamasca nel superG di Schladming nel 2013, che però aveva ben altro sapore dato che allora Sofia era poco più di un'esordiente nel Grande Sci. Quinto posto per l’altra statunitense Laurenne Ross, sesta l’austriaca Christine Scheyer, settima e ottava le migliori di una Svizzera orfana di Lara Gut, ossia Fabienne Suter e una sempre più sorprendente Michelle Gisin, nona la terza austriaca, Ramona Siebenhofer, decima e undicesima Tina Weirather e la tedesca Viktoria Rebensburg. Così le altre azzurre: quattordicesima Elena Fanchini, diciannovesima Verena Stuffer, ventiduesima Hanna Schnarf, le ragazze ci hanno provato, specialmente Hanna con la spalla infortunata, ma sono arrivate obiettivamente troppo lontane dalle prime. In casa Italia si finisce co Goggia e Fanchini in lacrime e con la bergamasca consapevole di aver perso un’occasione enorme ma anche di essersi miracolosamente salvata da una caduta potenzialmente devastante.
Discesa Femminile St. Moritz (SUI)
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