Questa sera, il programma del salto femminile dei Mondiali juniores di Park City è arrivato al proprio giro di boa, rappresentato dalla prova a squadre monosesso. Dopo un’annata in cui non è stata disputata la medesima competizione, a causa del mancato inserimento nel calendario di Rasnov 2016, a vincere è stata la Germania, capace di bissare il successo di Almaty 2015.
Il risultato della gara ha rispecchiato in tutto e per tutto il pronostico della vigilia, che vedeva vincente proprio il team teutonico, su quelli sloveno ed austriaco. A dirla tutta, si attendeva una battaglia più aperta ed interessante per il successo, infine mancata anche a causa delle condizioni del vento mutevoli.
L’egemonia tedesca è stata lampante fin dal primo salto, quando il divario sulla Slovenia si è attestato intorno ai 20 punti a favore delle vincitrici, successivamente mai diminuito. In una sola rotazione, la squadra composta da Agnes Reisch, Luisa Goerlich, Pauline Hessler e Gianina Ernst, ha perso il leader box, ovvero dopo la seconda performance dell’intera prova, a favore del team Rot-Weiß-Rot.
Al termine della metà gara, le posizioni si sono congelate definitivamente, senza subire più alcuna variazione. La miglior teutonica in assoluto è stata Reisch, autrice del terzo miglior punteggio in assoluto, considerando tutte e 35 le atlete al via, prestazione impreziosita dal salto più lungo di giornata da 95 metri, però, con forte vento frontale (2.5m/s!).
La ragazza di Isny è stata battuta solamente dalle più quotate slovene Ema Klinec e Nika Kriznar nella performance individuale. Tuttavia, proprio le atlete di Ziri hanno impedito alla loro squadra di lottare per la medaglia d’oro, perché non hanno confermato l’enorme margine che avevano avuto nella gara di 48 ore fa, a causa delle difficili condizioni in cui si sono trovate a saltare.
Dunque, la Slovenia si è dovuta accontentare dell’argento: anche la prestazione sottotono di Katra Komar ha influito negativamente sul risultato del proprio team, mentre Jerneja Brecl si è espressa in linea con le aspettative del pre-gara. Per queste ultime due citate, c’è da dire che sono entrambe del 2001, quindi alla loro prima apparizione in un Mondiale junior, ed avranno a disposizione altre quattro stagioni per togliersi le migliori soddisfazioni nella manifestazione di categoria.
Curiosamente, le prime due nazioni classificate sono quelle ad aver ottenuto il maggior numero di medaglie a livello del salto femminile, da quando furono inserite le prime competizioni nel programma di Kranj 2006: la Slovenia ne ha guadagnate 11, mentre la Germania 10. Però, quello che più incuriosisce è il numero di titoli ottenuti, 2 per la nazione dell’est Europa, mentre 4 per quella mitteleuropea.
L’Austria (Claudia Purker, Sophie Mair, Elisabeth Raudaschl e Julia Huber) si è dovuta accontentare della terza piazza del podio, grazie ad una concorrenza non propriamente di alto livello. La peggiore in assoluto è stata la più anziana delle quattro ed allo stesso tempo quella che ha ottenuto i risultati più prestigiosi dell’ancor breve carriera. Si dovrà aprire, dunque, una riflessione in seno alla federazione austriaca sul perché, una ragazza che l’anno passato lottò per la medaglia individuale, ora si trova ad essere l’ombra dell’ombra di se stessa.
Quarta piazza per la Norvegia (Tonje Bakke, Silje Opseth, Thea Sofie Kleven ed Anna Odine Stroem) autrice di una prova costante, in cui è riuscita ad essere provvisoriamente nella top 3 al termine di un’unica rotazione: la seconda.
A seguire troviamo la prima squadra non europea: il Giappone (Nozomi Maruyama, Rio Seto, Fumika Segawa e Minami Watanabe) capace di vincere ampiamente la contesa con il Canada (Eleora Hamming, Nicole Maurer, Abigail Strate e Natasha Bodnarchuk), il primo team del Nord America.
Menzione speciale per la Russia (7^): costretta a gareggiare con sole tre atlete, ha comunque dato prova dell’ottima qualità a disposizione, con una parzialmente recuperata Alexandra Kustova e le più quotate Sofia Tikhonova, Ksenia Kablukova.
La battaglia della mediocrità se l’è aggiudicata il team di casa su quello svedese: a disposizione c’era l’accesso alla seconda serie, aggiudicato agli Stati Uniti per soli 4.6 punti, dopo il suicidio sportivo della scandinava Jonna Mohlen.
Domani è in programma una giornata di riposo, per tornare con l’ultima competizione, a squadre mista, prevista per domenica sera, in cui il team azzurro si giocherà la terza medaglia in una manifestazione iridata che è già nella storia.
TEAM EVENT FEMMINILE PARK CITY 2017 – HS 100
1. GERMANIA (Reisch, Goerlich, Hessler, Ernst) 772.1
2. SLOVENIA (Brecl, Komar, Kriznar, Klinec) 733.2
3. AUSTRIA (Purker, Mair, Raudaschl, Huber) 672.9
4. NORVEGIA (Bakke, Opseth, Kleven, Stroem) 644.3
5. GIAPPONE (Maruyama, Seto, Segawa, Watanabe) 613.5
6. CANADA (Hamming, Maurer, Strate, Bodnarchuk) 576.0
7. RUSSIA (Kustova, Kablukova, Tikhonova) 528.1
8. STATI UNITI (Macuga, Larson, Sankey, Armstrong) 367.1
9. SVEZIA (Moberg, Lundberg, Mohlen, Westman) 168.6
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BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Klausberg | 11/11 | 38-84 cm |
Passo Costalunga | 13/13 | 80-130 cm |
Monte Cimone | 13/14 | 60-80 cm |
Madesimo | 10/11 | 20-30 cm |
Folgaria | 25/26 | 30-50 cm |
Carezza al lago | 13/13 | 80-130 cm |
Alpe Lusia | 7/8 | 25-40 cm |
Bellamonte | 7/8 | 25-40 cm |
FONDO, SCELTI DAI LETTORI
BOTTERO SKI
ARC TEC - squadretta in allumino 88
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