Diagnosticata un'aritmia cardiaca a Charlotte Kalla. Si deve fermare

Charlotte Kalla si deve fermare: diagnosticata aritmia cardiaca
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Diagnosticata un'aritmia cardiaca a Charlotte Kalla. Si deve fermare

Gli esami a cui Charlotte Kalla si è sottoposta a Stoccolma allo scopo di scoprire le ragioni della clamorosa debacle subita nella 10 km a tecnica classica di Ruka, conclusa al 75° posto su 79 partecipanti, hanno dato un esito concreto. Alla fondista svedese è stata diagnisticata una forma di aritmia cardiaca.

"Dopo due chilometri non ce la facevo più, mi sono sentita senza energie, non funzionava niente e non so il perché. C’è qualcosa che non va nel mio fisico, dovremo fare delle analisi. Non mi era mai capitato niente di simile” aveva detto la ventinovenne di Tärendö parlando delle sue sensazioni in gara. Effettivamente qualcosa di anomalo è stato trovato.

Kalla è stata vittima di fibrillazione atriale, la più comune delle forme di aritmia cardiaca. Per Andersson, medico della squadra nazionale svedese ha dichiarato: "La causa del crollo di Charlotte è stata una fibrillazione atriale. Durante i test di martedì e mercoledì, abbiamo comunque rilevato valori nella norma in tutto quanto è stato analizzato. In seguito a quanto emerso dagli esami siamo fiduciosi che non vi sia alcun pericolo per Charlotte nel continuare ad allenarsi e a competere a livello internazionale".

La stessa atleta si è detta sollevata: "Non ho avuto alcuna avvisaglia prima della gara, è stata una sensazione stranissima, che non conoscevo. Fortunatamente sono rapidamente tornata a sentirmi bene e sono felice di sapere di non avere alcuna malattia. Metto in archivio quanto successo e mi concentro sul futuro".

La campionessa del mondo in carica della 10 km ha deciso di dare forfait per le gare di Lillehammer previste nel weekend, dove è in programma un mini-tour di 3 giorni e inizierà a studiare un nuovo piano di allenamenti allo scopo di rientrare alle competizioni. Quando questo possa avvenire non è ancora chiaro.

La fibrillazione atriale è piuttosto comune nei fondisti di alto livello. Negli ultimi anni hanno sofferto di tali episodi anche atleti del calibro di Marit Bjørgen, Martin Johnsrud Sundby, Justyna Kowalczyk e Jörgen Brink, tutti poi rientrati in gara senza problemi. Ragion per cui si può essere ottimisti anche sul futuro di Kalla.

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