Due quarti posti iridati per Francolini e Lollobrigida: Mass Start amare per l’Italia. Olanda e Russia al top

Due quarti posti per Francolini e Lollobrigida, Mass Start iridate amare per l’Italia. Olanda e Russia al top
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Speed Skating - Mondiali su Distanze Singole a Kolomna

Due quarti posti iridati per Francolini e Lollobrigida: Mass Start amare per l’Italia. Olanda e Russia al top

Si chiudono con altre due medaglie di legno italiane i Mondiali su Distanze Singole di Kolomna. In Russia, arrivano altre due amari piazzamenti per la Nazionale di Maurizio Marchetto. Dopo il quarto posto nel Team Pursuit maschile di venerdì scorso, tocca agli specialisti della Mass Start finire subito a ridosso del podio. Proprio nelle specialità dove erano riposte le maggiori speranze di medaglia italiane, Fabio Francolini e Francesca Lollobrigida si fermano a pochi centesimi dalla gloria.

Nell’ultima giornata di gare al Kolomna Speed Skating Centre fa festa nuovamente la Russia di Pavel Kulizhnikov, che vince nettamente i 500 metri davanti al connazionale Ruslan Murashow. L’olandese Jorien ter Mors si prende anche il titolo dei 1500 dopo quello dei 1000, lasciando senza ori le forti statunitensi Bowe e Richardson, vere grandi deluse dei Mondiali 2016. Nelle gare in linea arrivano poi gli hurrà vincenti per Canada e Corea del Sud. Al femminile vince Ivanie Blondin, mentre tra gli uomini trionfa l’asiatico Lee Seung-Hoon.

Nel medagliere finale, trionfa l’Olanda con sei titoli sui 14 totali in palio (a cui vanno aggiunti 6 argenti e 5 bronzi) a Kolomna. Dietro gli oranje si piazzano i russi – per cui spiccano i tre ori tutti al maschile – davanti alla Corea. L’Italia chiude con zero podi – a differenza dell’edizione 2015 in cui festeggiò l’argento di Francolini nella Mass Start -, ma i tre quarti posti, uniti ad altri buoni piazzamenti di Andrea Giovannini, David Bosa e Nicola Tumolero confermano la crescita costante del movimento su pista lunga dopo il ritorno del tecnico dei miracoli Marchetto.

16 giri (“al quadrato” tra uomini e donne) stregati per i colori italiani nelle due Mass Start che hanno messo la parola fine ai Campionati 2016. Al maschile, i fari erano tutti puntati su Fabio Francolini e sull’olandese Arjan Stroetinga, rispettivamente vicecampione e campione uscente nella disciplina che aveva fatto il suo ingresso nel programma iridato nel 2015 e che sarà olimpica nel 2018. Entrambi subiscono la beffa dal sudcoreano – già campione olimpico a Sochi nei 10mila metri e argento ai Mondiali 2011 nei 5mila – Lee Seung-Hoon. Il pattinatore asiatico un anno fa vincitore della Coppa del Mondo di specialità la spunta dopo una gara tiratissima superando all’arrivo proprio l’olandese Stroetinga. Con lo sprint conclusivo, Lee conquista così i punti decisivi per prendersi l’oro dopo 7’18’’26. L’argento va all’oranje, che capitola per appena 6 centesimi dopo una gara costruita assieme al compagno di squadra Jorrit Bergsma. Il terzo posto – a 15 centesimi dal vincitore – finisce nuovamente ad Alexis Contin (Francia) che distanzia il canturino Fabio Francolini nella volata di gruppo decisiva. Il 29enne azzurro, reduce da tre podi consecutivi nelle ultime Mass Start di Coppa del Mondo, non riesce a trovare la velocità necessaria per avvicinarsi ai primi tre. Sarà quarto nello sprint dopo 7’19’’35. Bene anche il secondo azzurro in gara, l’esordiente in una gara individuale ai Mondiali, Nicola Tumolero. Il 21enne di Roana (Vicenza) chiude la sua prova all’11° posto, rimanendo incollato al gruppo dei primissimi nello sprint finale.

Destino amaramente simile nella gara femminile. Francesca Lollobrigida, un titolo di specialità in Coppa del Mondo nel 2014 e tre podi in carriera, si ferma alla medaglia di legno. Anche la pattinatrice che vive e si allena in Olanda arriva nel gruppo principale che si gioca i punti decisivi per il titolo, ma la romana dell’Aeronautica Militare arriva al settimo posto nell’ultimo sprint. decisivi per il suo piazzamento sono per lei i punti conquistati nelle volate intermedie. La vittoria va alla canadese Ivanie Blondin, tra le migliori interpreti della Mass Start negli ultimi due anni, come testimoniava già il secondo posto di Heerenveen 2015. La nordamericana regola la concorrenza dopo 8’17’’53. Alle sue spalle l’equilibrio e l’incertezza pressoché totali si risolvono in favore della sudcoreana Kim Bo-Reum, argento, e della giapponese Miho Takagi, terza per un solo centesimo di differenza rispetto all’olandese campionessa uscente Irene Schouten, grande sconfitta sul ghiaccio di Kolomna.

Anche nei 500 metri maschili, l’Italia ha schierato la doppia carta di protagonisti al via della distanza più breve del programma. Nella prima serie – che ha anche aperto la giornata conclusiva di gare - bravo è David Bosa. Il 23enne velocista trentino recordman nazionale sulla distanza ha concluso la sua prova in 35’’16 (17° crono sui 24 concorrenti), uno dei suoi migliori tempi di sempre, il terzo per la precisione. Più indietro Mirko Giacomo Nenzi, terzultimo in 35’’41. Nel secondo round, il poliziotto di Novaledo (Trento) si migliora ulteriormente correndo in 35’’04 (decimo crono totale), lontano soltanto 25 centesimi dal proprio record italiano. Nenzi, invece, farà peggio rispetto all’esordio sul ghiaccio russo chiudendo in 35’’57, 21° tempo della seconda serie. Bosa si classificherà così al 12° posto con 70.200. Nenzi, invece, chiude 22esimo con 70.980.

Il titolo mondiale è andato, come prevedibile, al dominatore incontrastato dell’ultimo anno sui 500, il russo Pavel Kulizhnikov. Il beniamino del Kolomna Speed Skating Centre ha esaltato nuovamente il suo pubblico conquistando così il suo secondo oro ai Campionati 2016 – ieri aveva già trionfato sui 1000 – confermandosi iridato dopo il successo di Heerenveen 2015. Il primatista del mondo deve però faticare per avere ragione del connazionale Ruslan Murashow, vincitore della prima serie in 34’’600, primo per appena cinque millesimi rispetto al campione del 2015. Nella seconda e decisiva serie, Kulizhnikov rimette in chiaro le gerarchie andando a prendersi l’oro con un 34’’24 finale che non ammette repliche. Anche perché Murashow – nel confronto diretto nell’ultima batteria – naufraga o quasi con 35’’08. Kulizhnikov vince così con il punteggio complessivo – a somma dei due tempi – di 69.020, mentre Murashow difende il secondo posto e l’argento chiudendo in 60.680. Il bronzo va al canadese Alex Boisvert-Lacroix grazie soprattutto al 34’’70 ottenuto nella seconda prova: totalizzerà un punteggio di 69.788, cogliendo la sua prima medaglia mondiale e lasciando fuori dal podio per soli 10 centesimi di punto il veterano finlandese Mika Poutala.

I 1500 metri donne, ultima gara contro il tempo in campo femminile, hanno premiato una straordinaria Jorien ter Mors. L’olandese classe 1989, già d’oro nei 1000 di venerdì, replica con una magnifica prova vincente sul chilometro e mezzo. L’oranje campione olimpica in carica sulla distanza aggiunge così l’iride al suo palmares correndo a Kolomna in 1’53’’92, non lontana dal suo primato personale. Dopo Annamarie Thomas (1996) e Ireen Wüst (2007, 2011 e 2013), l’Olanda torna a vincere il titolo. Ancora una volta le statunitensi falliscono l’appuntamento con il titolo mondiale, già sfuggito in Russia su 500 e 1000 metri. La primatista del mondo Heather Richardson-Bergsma – tra l’altro bronzo uscente - non va oltre il tempo di 1’54’’67 che le vale la medaglia d’argento. Terza si piazza l’altra campionessa del team USA, Brittany Bowe (1’55’’09), che coglie sale sul podio non riuscendo però a confermare il titolo vinto nel 2015. La nordamericana lascia a Ireen Wüst ai piedi del podio, staccata dalla zona medaglie di 84 centesimi. Più indietro – a livello di crono – altre due tra le favorite per il podio: Martina Sábliková è quinta in 1’56’’05, mentre Marrit Leenstra (Olanda) è sesta e più lenta di 19 centesimi rispetto alla ceca da 12 titoli mondiali in carriera.

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