La Mass Start sarà olimpica dal 2018. L’ascesa e le speranze italiane nella nuova specialità a cinque cerchi

La Mass Start sarà olimpica dal 2018. L’ascesa e le speranze italiane nella nuova specialità a cinque cerchi
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Speed Skating - La Mass Start alle Olimpiadi 2018

La Mass Start sarà olimpica dal 2018. L’ascesa e le speranze italiane nella nuova specialità a cinque cerchi

Come annunciato nei giorni scorsi, a poco meno di 1000 giorni dall’inizio dell’Olimpiade invernale di Pyeongchang 2018, il pattinaggio di velocità su pista lunga accoglie ufficialmente la Mass Start quale nuova prova a cinque cerchi (con sei discipline appartenenti ad altri sport). 

La decisione è stata deliberata dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale) nella riunione del Consiglio Esecutivo tenutasi l’8 giugno scorso di Losanna (Svizzera).

Dunque si è concluso un iter cominciato da qualche anno, che aveva visto candidarsi la spettacolare specialità sul ghiaccio che si sviluppa su 16 tornate (6400 metri) con partenza di gruppo, tre sprint intermedi – 4°, 8° e 12° giro – e la volata all’ultimo giro. Competizione che assegna la vittoria al pattinatore che ha totalizzato più punti tra sprint intermedi – 5, 3 e 1 ai primi tre – a cui vengono sommati quelli del decisivo scatto finale – 60, 40 e 25 per i primi tre classificati nell'ultima volata.

La prima volta ufficiale della Mass Start in Coppa del Mondo Senior arrivò nella stagione 2011-2012. Poi l’introduzione dal 2015 nel programma – identico a quello olimpico – dei Mondiali su Singole Distanze. In precedenza, però, i primi a sperimentare la gara furono gli atleti delle categorie giovanili. Ai Mondiali Junior del 2007 la fece infatti il suo primo ingresso nel calendario mondiale. Da allora entrò a far parte della Coppa del Mondo riservata ai giovani, fino a sbarcare poi a livello Senior.

Dall’Olimpiade coreana diventeranno così 14 – sette al maschile e altrettante al femminile - le specialità su pista lunga per cui si assegneranno le medaglie olimpiche, che confermano lo speed skating come primo sport (per numeri di titoli olimpici da attribuire nella singola edizione) dei Giochi invernali. Un numero che dalle Olimpiadi del 1960 – edizione in cui per la prima volta la pista lunga aprì anche alle donne - a oggi è quasi raddoppiato. L’ultima new entry nella famiglia delle specialità olimpiche fu l’Inseguimento a squadre, introdotto per la prima volta a Torino nel 2006.

L’Italia e il suo movimento di pattinaggio su ghiaccio non possono che guardare con fiducia a questa novità. Nel periodo in cui l’ISU (International Skating Union) ha adottato nel suo calendario internazionale la gara con la partenza in linea, i colori azzurri hanno vissuto diversi e soddisfacenti risultati nella Mass Start. Quest’ultima è diventata una vera fucina di soddisfazioni per la Nazionale impegnata in un difficile ricambio generazionale tuttora in corso. Ricordiamo, ultima in ordine di tempo ai recenti Mondiali dello scorso febbraio, la medaglia di’argento conquistata dall’ex “rotellista” Fabio Francolini, secondo a sorpresa ai Campionati su Singole Distanze ad Heerenveen (Olanda). Inoltre, lo stesso pattinatore canturino era già salito sul podio in World Cup nella stessa pista: sul mitico ovale della Thialf, all’esordio assoluto in Coppa, quando finì al terzo posto.

In Coppa del Mondo gli azzurri possono inoltre vantare ben due atleti capaci di vincere recentemente nella gara di gruppo, facendo così finire un digiuno di successi in World Cup che durava dal 2009, ovvero dai tempi di Enrico Fabris. Prima ci aveva pensato Francesca Lollobrigida, vittoriosa nelle Finali di Coppa, sempre a Heerenveen, nel marzo 2014. Successo che le valse anche il primo posto classifica finale di specialità. Ma la pattinatrice dell’Aeronautica Militare già nel 2013 riuscì a cogliere il suo primo podio in carriera – seconda – nella tappa di Inzell. Infine, alle Finali di quest’anno ha colto il terzo posto nell’ultima prova del 2015.

Stessa stagione in cui è esploso il talento di Andrea Giovannini, che ha trovato la sua prima vittoria in carriera nella gara disputata a novembre a Seul, in Corea del Sud - proprio nella nazione dove si svolgeranno le prossime Olimpiadi, Mass Start compresa -. Il pinetano finì inoltre al terzo posto nella classifica di specialità dietro Lee Seung-Hoon. Che possa essere di buon auspicio per i Giochi del 2018?

La Mass Start, specialità giovane in uno sport dalla longeva storia olimpica e non solo come il pattinaggio su pista lunga, ha soddisfatto i criteri di selezione voluti dal CIO. Il Comitato Olimpico ha valutato i nuovi inserimenti per il 2018 in funzione del valore aggiunto insito nelle nuove gare, dell'appeal sui giovani, del seguito televisivo e mediatico, della presenza equilibrata di atleti di ambedue i sessi, dei costi operativi, del numero di atleti coinvolti e dell'impatto sul programma olimpico. Caratteristiche che sono presenti in maniera decisa in una gara che per durata limitata – meno di 10 minuti anche per le donne-, agonismo, numero di partecipanti di più nazioni, incertezza e spettacolarità mediatica, è diversa dal classico “format” con le partenze a coppie nelle gare contro il tempo. Una specialità accattivante per il pubblico, complice la possibilità di giocare tatticamente – di squadra a singolarmente - durante la gara e il contatto fisico consentito – mutuato in una certa misura dallo short track -, seppur nei limiti del regolamento.

Inoltre, come detto, l’Italia può godere di una tradizione fin qui favorevole. La Mass Start ha avuto una funzione di propulsione per avvicinare al ghiaccio – e di conseguenza a una disciplina olimpica – molti atleti che praticano e praticavano il pattinaggio su rotelle (Lollobrigida e Francolini, che sono stati iridati nel pattinaggio su strada, ne sono un esempio). Inoltre è una disciplina equilibrata con una percentuale di vincitori differenti altissima. Da quando è stata introdotta nel calendario ISU – ovvero da quattro stagioni – nessun atleta (tra uomini e donne) è riuscito a vincere per due volte la Coppa di specialità. Anche i neocampioni del mondo 2015 – gli olandesi Irene Schouten e Arjan Stroetinga – avevano, fino a quel momento, ottenuto un numero limitato - rispettivamente tre e una - di vittorie in gare di Coppa.

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