La furia della tigre, è una Brignone pazzesca nel gigante di Are. "Mi sono detta di rischiare tutto"

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Sci Alpinocoppa del mondo femminile

La furia della tigre, è una Brignone pazzesca nel gigante di Are. "Mi sono detta di rischiare tutto"

Fede, dopo il trionfo n° 26 in Coppa del Mondo, commenta così la sua straordinaria rimonta per battere Hector e Gut-Behrami, tenendo così aperti i discorsi almeno per la sfera di cristallo in gigante. Domenica la vedremo in slalom, mentre Bassino porta a casa un 4° posto che, nonostante il distacco, può aumentare la sua fiducia.

Sempre più nella storia dello sci italiano e mondiale, una Federica Brignone leggendaria nella 2^ manche del gigante di Are, che diventa suo per la prima volta e arrivare così a cinque timbri in stagione, 3 fra le porte larghe e 2 in super-g, con il bis post Kvitfjell arrivato a 6 giorni di distanza da quell'altra, enorme gara sulle nevi norvegesi.

La Scandinavia è tutta di Fede, che sale a quota 11 podi stagionali (e sono 67 totali), vincendo appunto come nell'anno della coppa assoluta e per arrivare così a quota 26 nel massimo circuito, mantenendo al tempo stesso aperta, almeno a livello aritmetico, la classifica di specialità.

Certo, Lara Gut-behrami ha 95 punti da conservare sulla valdostana e solo uno “zero” della ticinese, ovvero finire fuori dalle quindici a Saalbach, potrà cambiare i destini del trofeo di gigante, ma intanto è necessario godersi questa “tigre” ancora, anzi sempre più affamata. Domenica la vedremo pure in slalom, con la coppa generale che certo è pure quella lontanissima, visto che la ticinese ha 286 pt di margine e rimangono soli cinque appuntamenti in calendario, tra cui due gare tra i pali stretti dove Brignone difficilmente raccoglierà qualcosa di “pesante”.

Ai microfoni FIS, dopo aver recuperato un secondo e mezzo a Sara Hector per batterla di 33 centesimi, Federica ha commentato così la sua impresa, nella giornata che ha visto Marta Bassino chiuderà quarta, suo miglior risultato stagionale nella specialità, e in top 30 Melesi, Zenere e Platino, fuori da un accesso alle finali che risultava comunque complicatissimo per loro. “Non ero contenta della mia prima manche – le parole della vice campionessa del mondo di gigante – Non ero in fiducia, per la seconda mi sono detta di fare l'impossibile e provarci.

Questa pista mi è sempre piaciuta, forse sono stata fortunata che non ci fosse più la parte alta, dove non avevo proprio feeling. Sono orgogliosa di quello che sto facendo, ma in generale del lavoro del team, è un gruppo fantastico”.

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