Kjetil Jansrud oro nel superG olimpico di Sochi davanti a un incredibile Andrew Weibrecht, Italia giù dal podio

Kjetil Jansrud oro olimpico nel superG davanti a un incredibile Andrew Weibrecht, Italia giù dal podio
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Sci alpino maschile - Sochi 2014

Kjetil Jansrud oro nel superG olimpico di Sochi davanti a un incredibile Andrew Weibrecht, Italia giù dal podio

E’ proprio vero, l’Olimpiade può cambiarti la vita: può trascinarti in un vortice di tensione che non riesci a dominare oppure può darti una gioia irrefrenabile dopo mesi o addirittura anni di difficoltà. La seconda cosa è capitata nel superG olimpico di Sochi a Kjetil Jansrud e a Andrew Weibrecht.

Qui il risultato completo e l'analisi della gara!

Un anno fa Jansrud si infortunava al ginocchio nel superG mondiale di Schladming, oggi, dopo aver iniziato la stagione con tanta incertezza su quello che poteva essere il suo rendimento, su una pista dove ha dimostrato di trovarsi forse meglio di chiunque altro ha conquistato una splendida medaglia d’oro che fa seguito al bronzo della discesa e al quarto posto in supercombinata con tanto di vittoria nella discesa della prova multipla. Jansrud, nato gigantista tanto da vincere l’argento a cinque cerchi nel 2010 tra i pali larghi, corona la sua trasformazione in grande velocista e nell’occasione più importante torna sul podio in superG, non ci riusciva dalla sua unica vittoria nella specialità datata 4 marzo 2012 sulle nevi di casa di Kvitfjell. La Norvegia vince il quinto superG maschile olimpico su otto, ci sono riusciti Kjetil Andre Aamodt nel 1992, 2002 e 2006 e Aksel Lund Svindal nel 2010, quello di Jansrud è quindi il quarto trionfo consecutivo “norge” nella specialità.

Alle sue spalle, con un distacco di tre decimi, l’argento va a un Weibrecht che definire irreale è perfino riduttivo: prima di vincere il bronzo olimpico in superG a Vancouver 2010 beffando una nutrita pattuglia di italiani aveva come miglior risultato in Coppa del Mondo un decimo posto in discesa a Beaver Creek mentre in superG due undicesimi posti a Kitzbühel nel 2009 e nel 2010, in questi quattro anni, complici anche numerosi infortuni, ha ottenuto solamente un altro decimo posto ancora a Beaver Creek nel 2011 e poi basta, quest’inverno non aveva fatto meglio del ventesimo posto nel superG di Beaver Creek, la sua località preferita. Oggi col pettorale 29 è stato semplicemente impressionante nella parte alta, dove ha rifilato tre decimi e mezzo a Jansrud, poi ha dovuto inchinarsi al ritorno del norvegese ma il suo è un argento che vale più dell’oro: se c’è un uomo da Olimpiadi per eccellenza questo è proprio lui, non a caso è nato a Lake Placid, la prima località statunitense a ospitare i Giochi invernali.

Il bronzo è per due e sono ancora due nordamericani, staccati entrambi di 53 centesimi da Weibrecht: uno è Jan Hudec, quest’anno secondo nel superG della Val Gardena e argento mondiali in discesa nel 2007, che riporta al Canada dello sci alpino maschile una medaglia olimpica, la terza della storia, a vent’anni dal bronzo di Ed Podivinsky nella discesa di Lillehammer 1994; l’altro è quel clamoroso campione che risponde al nome di Bode Miller, lo statunitense, giustamente in lacrime di gioia, a 36 anni e 4 mesi è il più vecchio medagliato olimpico nella storia dello sci alpino e arriva a un totale di 1 oro 3 argenti e 2 bronzi a cinque cerchi cui si devono aggiungere 4 ori e 1 argento mondiali. Se quattro anni fa piangeva l’Italia per la medaglia mancata di un soffio quest’anno tocca all’Austria perché il suo rappresentante più inatteso, Otmar Striedinger, si piazza quinto a soli 2 centesimi dal doppio bronzo e dietro di lui c’è il suo connazionale Max Franz, sesto a 7 centesimi dal terzo posto, quindi c’è Svindal, il grande deluso finora di queste Olimpiadi, settimo a 9 centesimi dal gradino più basso del podio.

Ottavo a 18 centesimi dal podio il migliore degli azzurri, Peter Fill, colui che era forse il più atteso dei nostri e che ancora una volta resta a bocca asciutta di medaglie olimpiche, se ne porterà a casa due invece Christof Innerhofer che oggi non ha incrementato il suo bottino perché alla seconda porta è scivolato sull’interno in curva a destra saltando la terza porta. Tra gli altri, fuori nella parte centrale l’austriaco Matthias Mayer quando era in corsa per un clamoroso bis olimpico con la discesa che finora non è mai riuscito a nessuno in campo maschile, ottimo il piazzamento del ceco Ondrej Bank, nono e al miglior risultato in carriera in questa specialità, stesso discorso per il canadese Morgan Pridy, decimo. Quattordicesimo il campione del mondo in carica, lo statunitense Ted Ligety. Sedicesimo e diciassettesimo gli altri due azzurri, Dominik Paris e Werner Heel, colui che per 2 centesimi aveva dovuto cedere il bronzo a Weibrecht quattro anni fa. Mercoledì gli uomini torneranno in pista per il gigante.

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