Riflessione sull "Far West" delle tute da salto, dove la Fis è un pavido "sceriffo permissivo"

Riflessione sull 'Far West' delle tute da salto, dove la Fis è un pavido 'sceriffo permissivo'
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Riflessione sull "Far West" delle tute da salto, dove la Fis è un pavido "sceriffo permissivo"

Le squalifiche di Kamil Stoch nel team event di Willingen e di Eric Frenzel nella seconda gundersen della Val di Fiemme fanno sorgere spontanea una riflessione su quanto sia reale il controllo della Fis riguardo il rispetto delle regole in tema di materiali.

Il presupposto che non può essere messo in discussione è che se un atleta viene squalificato, allora ha gareggiato con equipaggiamento irregolare. Il problema non sono certo le squalifiche in sè, quanto la gestione delle stesse.

Chi segue assiduamente il salto speciale sa bene che le squalifiche per tuta irregolare colpiscono tradizionalmente dei pesci piccoli, generalmente già posizionati nelle retrovie e la cui squalifica è quindi indolore e ininfluente.

Nell'inverno in corso sono stati "pescati" solo due pesci grossi. Roman Koudelka nella qualificazione di Garmiasch-Partenkirchen e Kamil Stoch nel team event di Willingen. Come si può notare, però, in entrambi i casi il contesto di gara aveva un peso specifico molto basso non trattandosi di competizione valevole per la Coppa del Mondo.

Dunque la politica della Fis è quella di effettuare squalifiche ininfluenti su chi è già eliminato, oppure "lanciare avvertimenti" ai big in competizioni di scarso valore?

In questo modo il sistema non è credibile perché la squalifica viene usata come semplice spauracchio e le regole fatte rispettare solo raramente.

L'ovvia conseguenza di questa politica è un incentivo ad aggirare i regolamenti sperando di farla franca. La prova è quanto avvenuto durante l'estate, quando si è fatto un gran parlare dei sottotuta usati dalla Norvegia.

La polemica è esplosa violentemente dopo i campionati nazionali di fine agosto, al termine dei quali sono comparse foto che ritraevano gli atleti con sottotuta palesemente irregolari, poiché non formati da un pezzo unico come impone il regolamento.

La conseguenza è stata che in settembre sono fioccate le squalifiche ai norvegesi, soprattutto in Continental Cup, ma anche "al piano superiore". Infatti nelle gare di Summer Grand Prix di Almaty Daniel-Andre Tande è stato tolto di classifica per due volte.

Anche in questo caso però il sistema ha mancato di credibilità. In Kazakistan Tande è stato squalificato sia il sabato che la domenica, mentre Phillip Sjøen non ha subito alcun genere di provvedimento. Cosa vuole far credere la Fis? Che Tande saltasse con materiali irregolari e Sjøen no? O forse il più giovane dei due non è stato toccato perché era leader della classifica generale del Grand Prix?

In ogni caso evidentemente il messaggio lanciato dalla Fis è giunto a destinazione poiché il teenager non è stato schierato nelle ultime due gare su plastica, lasciando così campo libero ad altri per la conquista della Sfera di cristallo estiva.

La conseguenza di questa politica è che ogni squalifica perde di attendibilità e soprattutto appare impregnata di secondi fini:

Prendiamo il caso di Eric Frenzel, squalificato ieri in Val di Fiemme. Da questo provvendimento sorgono spontanei alcuni quesiti.

1) Possibile che fosse l'unico dei 48 atleti iscritti ad avere materiali irregolari? Oppure è stato chiuso un occhio su molti altri concorrenti? Nel qual caso, perchè?

2) Possibile che solo ieri fosse fuori dalle regole? Oppure si è trattato di un messaggio atto a dire "ti teniamo d'occhio?" Nel qual caso da quanto tempo sta venendo "tenuto d'occhio"? Questo significa che in passato ha saltato impunito con materiali irregolari?

3) Di quanto era irregolare la tuta di Frenzel? Si è trattato di una squalifica dovuta a materiale usurato, e quindi per pochi millimetri, oppure il tedesco ha saltato con equipaggiamento ampiamente irregolare, il che presuppone dolo?

La spiegazione ufficiale è che abbia saltato con delle cerniere aperte. Guarda a caso si tratta dell'unica squalifica per questa ragione di tutto l'inverno e colpisce l'atleta che aveva dominato il segmento di salto e si avviava a vincere matematicamente la Coppa del Mondo con un mese e mezzo di anticipo, con relativo crollo dell'interesse per le gare post-Mondiali.

Le domande fatte su Frenzel possono essere applicate anche a Koudelka e Stoch così come su qualunque "pezzo grosso" dovesse venire squalificato per equipaggiamento fuori dalle regole.

Si torna al punto di partenza, ovvero al fatto che le squalifiche non hanno credibilità perché sono occasionali, colpiscono sovente pesci piccoli e sono spesso mirate, essendo usate per "lanciare avvertimenti".

Pertanto il panorama del salto (maschile, femminile e della combinata nordica) appare un autentico Far West, dove tutti sono armati (chi di fucile, chi di pistola, chi di coltello) e dove la sola legge a essere veramente rispettata è quella del più forte.

La Fis in questo contesto fa la parte di uno sceriffo pavido e molto permissivo, che arresta qualcuno ogni tanto al solo scopo di dimostrare di esistere e di giustificare la stella che porta sul petto, senza però incidere in alcun modo reale sul mancato rispetto delle leggi, e soprattutto evitando di dare sistematicamente fastidio ai più potenti, limitandosi a mandare messaggi trasversali e sperando nel buon cuore di chi deve recepirli.

Alla fine però chi ci perde maggiormente è proprio lo sceriffo, le cui credibilità e autorevolezza vengono meno, tutto il sistema di controlli, che assomiglia sempre di più a una barzelletta, e soprattutto gli sport in questione, dove ormai non c'è più certezza delle regole.

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