Si ritira Nina Reithmayer

La ventinovenne tirolese ha deciso di appendere lo slittino al chiodo dopo una stagione caratterizzata da continui infortuni. Reithmayer argento olimpico di Vancouver 2010, nel corso della scorsa estate ha subito una distorsione alla caviglia che gli ha impedito di allenarsi come voleva, una volta risolto questo problema fisico l'austriaca pareva essere tornata su alti livelli prova ne sono i due quinti posti ottenuti nelle prime due gare stagionali, poi a Koenigssee nella prima gara del 2014 è arrivata la doccia fredda. La biancorossa è stata vittima di un brutto incidente nel corso della prova individuale che gli ha portato la torsione del legamento mediale del ginocchio sinistro che ha messo a forte rischio la sua partecipazione olimpica.

Grazie alla sua grande forza di volontà, Nina è riuscita a mettersi in sesto per prendere parte alla sua terza Olimpiade anche se ovviamente lo stato di forma non era quello dei tempi migliori. Così una volta terminati i Giochi Olimpici al ventesimo posto, Reithmayer ha iniziato a pensare al ritiro, "Subito dopo le Olimpiadi mi sono resa conto che non avevo più quella passione che mi legava a questo sport - ha commentato l'austriaca - certo guardando al passato ho tantissimi ricordi, alcuni meno belli ma altri indimenticabili, che mi faranno compagnia sicuramente per tutta la mia vita."

Oltre all'argento olimpico di Vancuver, Nina Reithmayer ha ottenuto 3 podi a livello individuale chiudendo per ben due volte al quarto posto assoluto nella classifica generale di Coppa del Mondo. Le più grandi soddisfazioni per Nina sono tuttavia arrivate dalla staffetta, specialità che le ha regalato 3 medaglie iridate (2 argenti e un bronzo) e 2 vittorie e 22 podi in Coppa del Mondo.

Nel futuro della ventinovenne di Innsbruck c'è ora un tirocinio come nutrizionista alla Vitalakademie di Innsbruck.

Il ritiro di Nina Reithmayer è il primo illustre abbandono dell'anno in ambito femminile. Prima di allora avevano appeso la slitta al chiodo, i connazionali Linger-Linger, il lettone Martins Rubenis, lo svizzero Gregory Carigiet e il tedesco David Moeller.