Collomb-Brignone, che sogno vivere così La Thuile. Giorgia: "Cinque anni fa tifavo Fede con la sciarpa al collo"

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Gabriele Facciotti

Sci Alpinocoppa del mondo femminile

Collomb-Brignone, che sogno vivere così La Thuile. Giorgia: "Cinque anni fa tifavo Fede con la sciarpa al collo"

La neo campionessa del mondo jr di gigante, cresciuta proprio sulla "3-Franco Berthod", al fianco delle compagne per vivere la tappa di casa in maniera speciale. La leader della generale, ospite come Giorgia ieri sera a "Salotto Bianco", potrebbe festeggiare la seconda Coppa del Mondo in un luogo così speciale: "Come Tomba a Bormio 1995? Voglio solo sciare e non staccare i piedi da terra, potete stare certi che darò il 100% provandoci anche per i trofei di specialità".

Oggi a La Thuile non si scende in pista, dopo l’ultima nevicata che ha portato alla cancellazione della prima su due prove previste per l’appuntamento sulla “3-Franco Berthod”, dove giovedì è in programma la settima discesa di CdM, seguita poi dai due super-g di venerdì e sabato.

Alla vigilia della tappa valdostana che precederà le finali di Sun Valley, il focus settimanale dedicato alle discipline invernali con il “Salotto Bianco” di Dario Puppo e Massimiliano Ambesi, ha ospitato due figlie di quella terra che, in seno alla nazionale femminile, rappresentano il presente e il futuro.

Federica Brignone, nata a Milano ma cresciuta sin da ragazzina a La Salle, e Giorgia Collomb, che è proprio di La Thuile da… capo a piedi, si sono raccontate nello studio creato a bordo pista del meraviglioso tracciato pronto ad ospitare per la terza volta il circo rosa. Federica è davvero vicinissima alla sua seconda coppa assoluta, lei che qui nel 2020 arrivò seconda in super-g per un centesimo, perdendo quindi di un soffio il trofeo di specialità, ma che di fatto conquistò quella storica sfera di cristallo assoluta visto che poi non si gareggiò più in stagione. Con 322 punti di margine su Lara Gut-Behrami, per la donna più vincente della storia azzurra la festa potrebbe essere totale in casa, proprio come Alberto Tomba a Bormio 30 anni fa; naturale che Fede cerchi di allontanare questo pensiero e la pressione che ne deriva. “Qui forse è stata la gara dove ho sofferto di più per l’emozione – ha raccontato Brignone riferendosi al 2020 – Già la pista di suo è tosta, ma quello per me non è fonte di paura: essere davanti ai miei amici, a casa mia, è qualcosa di molto forte e per la coppa dico che finchè non sarà finita la stagione, non staccherò i piedi da terra pensando solo a sciare, poi quel che sarà sarà…”.

I ricordi a La Thuile sono speciali: “Qui ho fatto i primi punti in discesa nel 2016 e ho iniziato realmente la mia carriera nella velocità, poi nel 2020 ho vinto la coppa di combinata (con la cancellazione dell’ultima gara, il giorno dopo quel “famoso” super-g, ndr). Di sicuro è la mia pista preferita per queste discipline: quest’anno ho sconfitto tanti miei tabù, ho iniziato molto bene a Soelden, ma già a Beaver Creek, dove in prova ero tra le prime, in gara non ero io. Completamente bloccata e… arrabbiata per come stavo sciando.

La cosa incredibile, in seguito, è stata quella di riuscire a mettere in pista il mio miglior sci quasi sempre, è davvero speciale riuscirci ma so sempre qual è il limite e scio avendo tutto controllo. Anche in allenamento, perché non mi sto inventando niente in gara; penso ai Mondiali, che sono stati il mio top stagionale e forse ancor di più in super-g, pur non vincendo, ho fatto la manche perfetta. In gigante anche e, come da mia abitudine, non ho voluto sapere niente e quindi non conoscevo il tempo di Alice Robinson. Magari, sapendo della sua grande manche, sarei andata oltre il limite.

Sabato scorso ad Are, dopo l’errore commesso, pensavo di arrivare sesta o settima, già mi sentivo lenta e poi dopo quanto successo ho pensato solo a stare dentro e portare a casa qualcosa”.

Sui miglioramenti in discesa, con l’attuale leadership di specialità che fa sognare un tris di coppe inedito in ambito femminile (dal gigante alla disciplina regina passando per il super-g) in aggiunta alla generale, Federica racconta: “Ci lavoriamo da anni, in primis devo ringraziare Mauro Sbardellotto (storico skiman della valdostana, ndr) che ha sempre creduto nelle mie capacità per le discipline veloci. Ovvio che poi le esperienze che fai, quasi sempre sulle stesse piste, ti aiuta e io che sono stata sempre molto aggressiva sullo sci, facendo le curve in 3 metri, ho imparato lavorando sulla tecnica con mio fratello per distribuire meglio i carichi.

In termini di atteggiamento non ho mai avuto problemi, ma l’interpretazione del gesto è cambiata.

Le tre coppe di specialità oltre alla generale? So che è molto difficile, forse impossibile, ma sono le sfide che mi piacciono e ci provo. Non sono concentrata sul risultato o sulla statistica, cercando sempre e solo di fare il 100%”.

Giorgia Collomb ha vissuto la prima vera stagione completa tra le “grandi”, a La Thuile si è allenata in questi giorni e si gode da spettatrice, proprio come fece nel 2020 (e ancor prima nel 2016, ma aveva appena 9 anni e i ricordi sono sbiaditi), una tappa unica anche per lei, nata e cresciuta su queste nevi. Reduce dal titolo mondiale juniores di gigante, dopo quello seniores con i compagni del team parallel a Saalbach, la classe 2006 valdostana si dice “emozionata di vedere tutto pronto in un luogo dove trascorri le tue giornate.

Ricordo l’ultima volta della CdM qui, ero una bambina con la sciarpa di Federica al collo per tifarla”.

Giorgia andrà a Sun Valley grazie al titolo iridato di categoria conquistato a Tarvisio, ecco quindi che è cambiato di nuovo il suo programma che prevedeva il ritorno in Coppa Europa per migliorare la situazione in termini di punti FIS per i pettorali della prossima stagione. “Al fatto di essermi qualificata per il gigante delle finali ci ho pensato solo 40 minuti dopo la vittoria – ha raccontato ridendo Giorgia – Sono grata di avere questa possibilità, negli Stati Uniti ci sarà anche mio papà Daniele (che è direttore di gara della CdM a La Thuile e da anni deus ex machina di tutti gli appuntamenti agonistici nella località), che c’era già a Killington quando ho fatto i primi punti.

Avere la famiglia che mi supporta è fondamentale e… la neve americana è proprio la mia, quella che non ti fa stare in piedi neanche in ricognizione”.

Collomb non sente di voler bruciare le tappe: “Mi godo il percorso e amo quello che faccio, con tanta gioia e poi chissà cosa verrà, è una storia da scrivere e bella da vivere giorno dopo giorno. A Saalbach mi sono catapultata in un mondo completamente diverso, ritrovandomi su una pista così difficile come quella del parallelo, gli spalti strapieni: è stata una serata stupenda e con qualcosa in più perchè condivisa con i compagni.

E la 3-Franco Berthod? Qui ne ho fatte davvero di tutti i colori, mi veniva sempre voglia di andare giù dritta, ma un giorno ho fatto un salto di 40 metri con gli sci da slalom… Per il futuro dico che il gigante mi piace molto, ma da bambina mi sono sempre divertita tanto con lo slalom, che è davvero difficile perché altalenante, a volte non ti rendi conto neanche cosa stai sbagliando. Non voglio chiudermi nessuna porta, io da sempre amo fare tutto e anche il super-g: in futuro mi piacerebbe provare a fare qualche prova veloce”.

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Domani alle ore 11.00 quello che sarà l'unico training per la discesa di giovedì sulla 3-Franco Berthod: il meteo preoccupa, visto che la neve umida arrivata di nuovo nelle scorse ore ha ammorbidito il manto. Dieci le azzurre in pista, con Huetter (pettorale 8 in prova) che è la rivale di Brignone e Goggia per la coppa di specialità.