Lo avevamo incontrato e intervistato alla Colmar di Monza lo scorso giugno e ci aveva confidato di sognare di rivincere una medaglia mondiale. E quella medaglia per Jean-Baptiste Grange è arrivata e addirittura del metallo più pregiato al termine della più incredibile delle manche.
Qui il risultato completo e l'analisi della gara!
Il 30enne francese di Valloire, quinto al termine dell’angolatissima prima manche, e già questo sembrava un grandissimo risultato, si è letteralmente superato facendo il miglior tempo parziale nella seconda, di oltre 10 secondi più veloce rispetto alla prima, tracciata dall’allenatore degli azzurri Stefano Costazza e disputata sotto una fitta nevicata. Nessuno è stato in grado di resistere alla sua rimonta, lo svedese Mattias Hargin è sceso dal quarto al quinto posto, il suo connazionale Andre Myhrer dal terzo al sesto, il russo Aleksandr Khoroshilov, che per la prima volta nella stagione è apparso paralizzato dalla tensione, addirittura dal secondo all’ottavo, preceduto anche da un terzo svedese, Markus Larsson, che ha invece rimontato dalla tredicesima alla settima posizione col secondo miglior parziale.
Poi al cancelletto di partenza si è presentato l’iridato in carica Marcel Hirscher, con un margine di 88 centesimi su Grange. Tutti pensavano all’ovvia riconferma del titolo e invece l’austriaco al terzo intermedio aveva già dilapidato tutto il suo vantaggio, restandogli solo 6 centesimi, poi nel tratto finale ha addirittura inforcato e Grange ha potuto così liberare tutta la sua gioia per la terza medaglia mondiale dopo il bronzo del 2007 e l’oro del 2011, Jean-Baptiste, 8 volte vincitore in slalom in Coppa del Mondo e primo nella classifica di specialità nel 2009, non saliva sul podio nelle porte strette dal 27 febbraio 2011 quando fu terzo a Bansko in Coppa pochi giorni dopo l’oro iridato di Garmisch-Partenkirchen. Un campione straordinario che riceve il giusto premio per non aver mollato dopo che in almeno due delle ultime quattro stagioni è stato massacrato dagli infortuni.
Alle sue spalle, staccati di 35 e 55 centesimi, i tedeschi Fritz Dopfer e Felix Neureuther, che come il transalpino hanno recuperato quattro posizioni. La Germania unita in campo maschile non piazzava due suoi atleti sullo stesso podio mondiale dal 1939, l’argento di Dopfer è la sua prima medaglia iridata, il bronzo di Neureuther la seconda dopo l’argento di due anni fa sempre in slalom. Quarto il norvegese Henrik Kristoffersen, che come il suo connazionale Sebastian Foss Solevåg si è riscattato dopo il disastro combinato nella prima manche dal loro allenatore, i due scandinavi hanno risalito rispettivamente cinque e otto gradini e Kristoffersen è arrivato a soli 2 centesimi dal bronzo. Chiude la top ten il promettentissimo tedesco Linus Strasser, decimo. Tra le vittime di questa pazzesca seconda manche, oltre a Hirscher, il francese Alexis Pinturault, lo svedese Jens Byggmark e, purtroppo, due dei tre azzurri rimasti in gara, Stefano Gross e Patrick Thaler.
In pratica l’unico nostro portacolori arrivato al traguardo è quello che a inizio stagione non sembrava dovesse nemmeno esserci a questi Mondiali e cioè Manfred Moelgg, undicesimo. Per la terza volta su tre dopo il 1989 e il 1999 l’Italia torna a casa dal comprensorio di Vail e Beaver Creek con “zeru medaglie” e con le pive nel sacco. Non può essere un caso visto che la neve del Colorado in questo periodo dell’anno è completamente diversa da quella gradita dai nostri atleti (anche se per la verità oggi la neve era dura eppure sono naufragati lo stesso). Si dovranno fare serie riflessioni in casa Fisi sulla preparazione tecnica e atletica dei ragazzi e delle ragazze. Non avremo dei fuoriclasse ma sicuramente non siamo così scarsi come siamo risultati in questi Mondiali.
Per una volta ci piacerebbe che il ritornello che ci viene propinato ogni anno si dimostri vero sulle piste, e cioè che i ragazzi e le ragazze si sono allenati anche su nevi facili o addirittura su nevi molli e non solo sul ghiaccio e sono pronti ad andare bene anche su quei terreni. Nella videochat dei giorni scorsi con Christof Innerhofer e Matteo Marsaglia il direttore di Sciare Marco Di Marco ha fatto notare che sulla prima copertina della rivista nel 1966 si evidenziasse che i nostri atleti prediligevao il ghiaccio. Certo, anche noi abbiamo avuto i fuoriclasse che andavano forte su tutti i terreni o quelli che prediligevano i tratti scorrevoli e le nevi facili ma la sensazione è che a livello generale in quasi 50 anni non sia stato fatto nulla, o non si sia voluto fare nulla, per cambiare le cose e che in sede di allenamento vengano privilegiati quasi esclusivamente i terreni duri e ripidi.
IL MEDAGLIERE FINALE DEI MONDIALI DI VAIL/BRAVER CREEK
Austria 5 ori 3 argenti 1 bronzo
Stati Uniti 2 ori 1 argento 2 bronzi
Slovenia 2 ori 1 argento
Svizzera 1 oro 2 bronzi
Francia 1 oro 2 bronzi
Germania 2 argenti 1 bronzo
Canada 2 argenti
Svezia 1 argento 2 bronzi
Norvegia 1 argento
Repubblica Ceca 1 bronzo
Speciale Maschile Vail / Beaver Creek (USA)
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Domenica 15 Febbraio 2015BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Ghiacciaio Val Senales | 2/11 | 20-50 cm |
Saas-Fee | / | 0-0 cm |
Ghiacciaio Presena | 0/30 | 0-10 cm |
Breuil-Cervinia | 6/15 | 45-120 cm |
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