Un De Aliprandini del genere oggi avrebbe potuto battere anche Odermatt: "Più è difficile, più mi esalto"

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GIOVANNI ZENONI

Sci Alpinocoppa del mondo maschile

Un De Aliprandini del genere oggi avrebbe potuto battere anche Odermatt: "Più è difficile, più mi esalto"

Il gravissimo errore commesso in avvio di 1^ manche è stato "aggiustato" dal resto di una gara, nel tempio di Adelboden, semplicemente mostruosa da parte del leader azzurro che torna sul podio dopo quel 20 dicembre 2021: le sue parole dopo il gigante della definitiva rinascita. Si vede finalmente anche un bel Della Vite: "Ho attaccato e rischiato, sono contento per Luca che da 4 mesi fa paura in allenamento".

Sì, oggi Luca De Aliprandini forse era il più forte di tutti sulla Chuenisbargli, con un feeling pazzesco sul pendio più tosto di tutti, con il pubblico più bello, con il finale più iconico.

Sembrava tutto finito dopo tre porte della prima manche del quinto gigante stagionale, nel tempio di Adelboden, con il trentino partito come una furia ma che è stato subito sbalzato fuori linea, prima di salvarsi come un gatto e lasciare sul piatto quasi un secondo e mezzo (1”34 al primo intermedio). Da quel momento, il migliore è stato con lui e pure con margine nei confronti dello stesso Marco Odermatt, che è andato a prendersi la quarta perla in fila qui bruciando il compagno Meillard di un paio di decimi, con l’azzurro terzo a 0”69.

Considerando tutto, però, c’è solo gioia nell’animo di De Aliprandini per il secondo podio della carriera in Coppa del Mondo, lui che fu anche argento mondiale a Cortina 2021, qualche mese prima di quella piazza d’onore del 20 dicembre 2021 sulla Gran Risa, quando solo Odermatt (ancora lui) lo piegò. L’Italia non saliva sul podio nel gigante di Adelboden dall’edizione 2012 con Blardone, che poi a fine febbraio colse a Crans-Montana l’ultimo successo della carriera che è anche l’ultimo hurrà di un azzurro tra le porte larghe.

Sono passati quasi 13 anni e chissà che proprio l’ex vice campione del mondo, da qui a fine stagione, non possa colmare la lacuna perché il livello di questo De Aliprandini è clamoroso e serviva solo concretizzare. “E’ fantastico davvero, non so proprio cosa dire ma più la pista è difficile, più mi esalto – racconta il 34enne specialista azzurro a fisi.org - Dopo l’errore nella prima manche non credevo fosse possibile recuperare così tanto. Sono super contento: abbiamo lavorato tanto e quest’anno mi sento davvero bene, sia con i materiali che dal punto di vista fisico.

Fino ad ora non ero mai riuscito a fare due manche senza errori, oggi nonostante il problema in avvio della prima, credo di aver fatto vedere il vero me nella seconda. Non so bene perchè mi è successo l’incidente nella prima: ero un po’ arrabbiato per l’errore ma sapevo di aver fatto tutto perfetto a parte quella porta. Nella seconda sono riuscito a fare quello che avevo in mente, mi sono sentito andar forte per tutta la pista: salire sul podio ad Adelboden è qualcosa di fantastico. E’ la mia gara preferita, c’è un pubblico speciale ed è sempre un’emozione correre qua, forse perchè la mia compagna Michelle è elvetica.

Negli anni ho imparato ad interpretare questa pista: all’inizio non la capivo, ora finalmente ho preso questo podio dopo averlo avvicinato in più occasioni. Credo nella seconda manche di aver fatto davvero qualcosa di bello bello bello. Con la squadra stiamo lavorando bene e credo che questo risultato possa servire a tutti noi per andare ancora più forte”.

Se Giovanni Borsotti è uscito nella 2^ manche (era 27° dopo la 1^) e Alex Vinatzer sembra mancare anche di fiducia ora in gigante, dopo le difficoltà in slalom (“Luca ha spinto da cima a fondo, si poteva fare ma io ho fatto fatica ad ogni porta, ora abbiamo qualche settimana per fare molto meglio in gigante”, ha detto il gardenese a Rai Sport), è stata anche una gran domenica per Filippo Della Vite.

Dopo quattro gare senza punti, il classe 2001 bergamasco torna a ruggire con due manche di qualità sino all’11° finale: “Sì, è una gara importante per la mia stagione e finalmente dopo tanti zeri sono arrivato, comunque attaccando e rischiando con una buona seconda. Qui sotto non capisco perché prendo sempre così tanto, lo analizzeremo per il prossimo anno, ma sono contento per me e anche per Luca, che da quattro mesi in allenamento fa paura. Ci siamo anche noi”.

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