Anita Gulli crede nel nuovo team di slalom: "Staff rinnovato e tanti stimoli, possiamo fare bene"

Anita Gulli crede nel nuovo team di slalom: 'Staff rinnovato e tanti stimoli, possiamo fare bene'
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Sci Alpinol'intervista

Anita Gulli crede nel nuovo team di slalom: "Staff rinnovato e tanti stimoli, possiamo fare bene"

La specialista torinese è uno dei riferimenti del gruppo "Cortina 2026" che, di fatto, rappresenta la base della squadra che affronterà l'intera stagione di Coppa del Mondo, a partire dalle due gare di Levi. Le sensazioni di Anita, non solo sul piano tecnico, lei che da studentessa di Fisica cerca l'applicazione diretta sul suo modo di sciare.

Anita Gulli si appresta a cominciare un altro anno ai massimi livelli, dopo aver esordito ai Mondiali (in occasione di Cortina 2021) e ai Giochi Olimpici, essendo stata convocata per la rassegna di Pechino 2022, nelle ultime due stagioni in azzurro.

La slalomista classe 1998 fa parte della nazionale che comincerà la prossima Coppa del Mondo nel week-end del 19-20 novembre, con le due gare di specialità previste a Levi, lei che appartiene al Gruppo Sportivo dell'Esercito e sciisticamente è nata sulle piste di Bardonecchia. Il suo esordio in Coppa Europa nel febbraio 2017 a Bad Wiessee, mentre nel massimo circuito l'avventura di Anita è cominciata meno di due anni più tardi, con la prima assoluta il 5 gennaio 2019 a Zagabria.

Lo slalom azzurro femminile sta lavorando sodo per tornare ad alti livelli, le difficoltà dell'ultimo decennio e oltre sono sotto gli occhi di tutti, ma il gruppo di talenti, da Peterlini a Rossetti sino a Della Mea, Viviani, Tschurtschenthaler, Haller e la stessa Gulli (ma ci sono anche le giovanissime Mathiou e Sola in arrivo...), che formano la squadra nazionale denominata “Cortina 2026” ragionando proprio in ottica prossimi Giochi Olimpici, fa ben sperare.

La stessa Gulli sottolinea come sia cambiato tutto dalla scorsa stagione, a partire dall'innesto di Roberto Lorenzi alla guida delle specialiste azzurre dopo aver salutato Devid Salvadori. “E' stato rinnovato tutto lo staff, in particolare siamo seguite da alcuni allenatori che arrivano dalla squadra maschile. A livello tecnico è un bello stimolo, perché durante gli allenamenti ci vengono proposti tracciati molto impegnativi e duri, quindi ci stiamo facendo le ossa. Inoltre a livello organizzativo, per il momento abbiamo avuto una buona gestione e siamo state messe nelle condizioni migliori per lavorare”.

E fuori dallo... slalom? Anita è una studentessa di Fisica e frequenta la statale a Torino. Cosa accomuna la Fisica allo Sci? La piemontese lega la sua materia di studio alla Fisica applicata allo sport che pratica. Come? Ce lo spiega lei stessa. “Tutti i giorni dopo allenamento ci ritroviamo al pomeriggio a guardare i video della giornata, per capire gli errori e cosa si può migliorare. Ci sono alcune cose fondamentali da tenere in considerazione nelle correzioni: l'obiettivo è sempre impiegare il minor tempo possibile ad arrivare al traguardo e si possono fare delle osservazioni fisiche al riguardo.

Guardando un video, ad esempio, una delle prime cose che si osservano è se dal palo in poi la presa di spigolo stia diminuendo oppure stia incrementando. Perché è così importante? Come in tutti gli sport la tecnica è molto importante, ma per lo sci si tratta di uno studio un po' complesso, dal momento che questo sport si pratica in condizioni sempre diverse, come neve, tracciati e piste. Il gesto tecnico deve quindi essere il più adatto possibile alle particolari condizioni. In generale - spiega Anita - l'idea di base per essere il più possibile efficaci è cercare di sfruttare due fattori principali: la forza di gravità dovuta al pendio ripido e la risposta elastica indotta dalla deformazione dello sci.

Per sfruttare al meglio questi due impulsi, bisogna cercare di avere una curva molto corta, infatti per poter ridurre il raggio di curva, è necessario creare una grande deformazione dello sci, che creerà una spinta maggiore; se invece si aumenta il raggio di curva viene a mancare la spinta degli sci, e si dice che “non si sfrutta l'attrezzo” e gli sci sono fatti apposta per essere deformati.

Altra cosa fondamentale è il momento in cui si applica questa deformazione: se consideriamo la curva divisa in due parti, la prima a favore di pendenza e la seconda a sfavore, la forza di gravità ci tira verso valle e se la deformazione dello sci avviene nella prima parte di curva, la spinta generata dallo sci viene diretta anche questa verso valle e si somma alla forza di gravità. Se invece la spinta sullo sci viene impressa nella seconda parte, la direzione della risposta elastica sarà in verso opposto alla forza di gravità e si perde velocità.

In pista, tenere a mente queste due regole significa concentrarsi sullo spingere nella prima parte di curva per riuscire a togliersi dalla curva il prima possibile, liberare il vincolo degli spigoli e sfruttare tutta la pendenza”.

Tra i suoi punti di forza, la slalomista azzurra si definisce “una buona lavoratrice, anche in condizioni non ottimali cerco di impegnarmi e ricavare il massimo da quello che si trova. Punti deboli? A volte posso essere un po' disorganizzata e mi trovo ingarbugliata in mille impegni e faccende da sbrigare”.

C'è anche un aspetto “green” nella vita di Anita, con la volontà di salvaguardare l'ambiente montagna che sta urlando come sia ormai già troppo tardi. “Purtroppo stiamo arrivando al dunque, infatti quest'estate abbiamo vissuto per la prima volta direttamente l'effetto di questo riscaldamento smisurato. Personalmente penso che sia fondamentale impegnarsi nella vita di tutti i giorni, perché i piccoli gesti sono importanti: in città detesto prendere la macchina e mi sposto sempre in bici, riduco al minimo gli acquisti superflui e da qualche anno, quando sono a casa ho iniziato a utilizzare delle piattaforme contro lo spreco alimentare”.

Ora è tempo di opening per le specialiste dello slalom, dopo gli allenamenti che Gulli e compagne stanno effettuando in Val Senales questa settimana. “L'11 novembre partiremo per la Finlandia, per me sarà la terza volta sulla Levi Black, una pista lunga, da interpretare, con la prima parte molto facile e piatta tutta da spingere, poi l'ingresso nel ripido dove bisogna invece cercare di tenere il ritmo, ma senza esagerare perché l'errore è dietro l'angolo...”.

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