La gioia di Sofia, l'unica azzurra che sorride a Kronplatz: "Una liberazione tornare davanti in gigante"

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Sci Alpinocoppa del mondo femminile

La gioia di Sofia, l'unica azzurra che sorride a Kronplatz: "Una liberazione tornare davanti in gigante"

Goggia e la top five ritrovata tra le porte larghe dopo oltre 6 anni (dal podio di inizio 2018 a Kranjska Gora), nel giorno che potrebbe costare a Brignone la coppa di specialità con Gut-Behrami che scappa. L'analisi della bergamasca nel post gara, con il rimpianto legato al finale della 1^ manche...

Non è stata la giornata dei sogni per le stelle azzurre sulla “Erta” di San Vigilio di Marebbe, tra le delusioni patite da Marta Bassino, solo decima e mai nel vivo della gara, e Federica Brignone sesta e decisamente più lontana da una dominante Gut-Behrami nella graduatoria di specialità (-85 pt con tre giganti rimasti in calendario).

Se Melesi (14^) e Zenere (16^) portano a casa buoni punti e fiducia (meno bene Platino, comunque 26esima), chi sorride davvero in casa Italia è Sofia Goggia. A partire dal momento in cui Brignone le finisce alle spalle per 6 centesimi, più che altro perchè in quel momento la bergamasca rimaneva al comando sognando ancora un possibile podio, anche se già si sprecano le considerazioni sulla rivalità tra Sofia e Fede.

Quel che conta, arriva un 5° posto e quindi la top five che la campionessa olimpica non vedeva da oltre 6 anni (terza a Kranjska Gora 2018 con una grande rimonta), a 3 decimi dalla piazza d'onore condivisa da Robinson e Hector, con il secondo tempo di manche e le sensazioni, che valgono eccome, di essersi divertita tanto già nella prima manche. Anche se il rimpianto in chiave podio si lega proprio al finale di questa mattina, come ha spiegato Sofia a Rai Sport. “Sono molto contenta, l'unica cosa da rimproverarmi è l'ultima parte della 1^ manche, dove mi sono addormentata nel ritmo.

Per la seconda mi sono detta di provarci e non accontentarmi solo di una manche buona, poi nel buio del muro non vedevo niente e io soffro quella situazione, ma ho realizzato subito di avere fatto un'ottima prova. E' una liberazione, in una disciplina dove ormai da 3 anni non riuscivo ad essere lì davanti. Devo ringraziare il mio coach, Luca Agazzi, che mi ha portata in questo percorso tecnico, ovviamente anche Rulfi. Sono contenta di essere riuscita ad esprimermi sui livelli del passato, ho fatto un lavoro enorme per riuscirci”.

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