Darya Domracheva cerca la Triple Crown per entrare fra le più grandi di sempre [PRESENTAZIONE]

Darya Domracheva cerca la Triple Crown per entrare fra le più grandi di sempre [PRESENTAZIONE]
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Darya Domracheva cerca la Triple Crown per entrare fra le più grandi di sempre [PRESENTAZIONE]

Al di là della staffetta mista di domenica, autentico prologo dell'inverno, fra esattamente sette giorni (alle ore 17.15 del 4 dicembre) comincerà la 28^ Coppa del Mondo di biathlon femminile. Come tra gli uomini, il 2014-'15 potrebbe assumere i contorni di annata storica poiché Darya Domracheva è in lizza per entrare definitivamente tra le più grandi di sempre.  

Se la bielorussa, già vincitrice di 3 ori olimpici e 2 ori mondiali, dovesse riuscire a mettere le mani sulla Coppa del Mondo assoluta, completerebbe la prestigiosa Triple Crown diventando la quinta atleta nella storia del biathlon femminile a raggiungere tale traguardo.

In realtà, alla luce del talento di cui è dotata, è clamoroso che la ventottenne di Minsk non abbia ancora conquistato la Sfera di cristallo soprattutto considerando come nel 2012 apparisse destinata a ereditare da Magdalena Neuner il ruolo di dominatrice del circuito.

Invece nel 2012-'13 Dasha non ha potuto nulla di fronte a una Tora Berger in stato di grazia, mentre nel 2013-'14, tra gare olimpiche prive di valore per la Coppa del Mondo e qualche passaggio a vuoto di troppo, non è andata oltre la terza piazza.

Nonostante le sconfitte degli ultimi due anni, per il terzo inverno consecutivo Domracheva si presenta ai nastri di partenza della stagione con il ruolo di grande favorita per la conquista della Sfera di cristallo. In Gran Bretagna si dice "third time lucky", un'espressione traducibile con "la terza volta è quella buona".

Chissà se sarà davvero così per colei che a febbraio è diventata la prima donna a essere nominata "Eroe della Bielorussia", ovvero a ricevere il più alto titolo onorifico della repubblica ex sovietica, assegnato solamente a 11 persone dal momento della sua istituzione.

La conquista della Coppa del Mondo è il traguardo dichiarato dal capo allenatore Adrian Tsybulsky che ha spiegato come l'ingaggio del tecnico Alfred Eder in sostituzione di Klaus Siebert sia stato pensato anche per permettere a Darya di effettuare quel definitivo salto di qualità al tiro, dove sinora le è sempre mancata costanza.

In realtà Domracheva, nell'intervista concessa a NeveItalia poche settimane orsono, ha fissato un ancor più ambizioso obiettivo per la sua carriera, ovvero quello di diventare la donna più vincente di sempre nella storia del biathlon femminile.
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L'avversaria più accreditata di Darya resta Kaisa Mäkäräinen, dal canto suo vincitrice di ben 2 Sfere di cristallo (2010-'11 e appunto 2013-'14). La finlandese ha già spiegato di non voler abdicare nella corsa alla classifica generale nonostante l'highlight della sua stagione sia rappresentato dai Mondiali di casa di Kontiolahti.

La trentunenne di Ristijärvi appare l'unica atleta in grado di rivaleggiare ad armi pari con Domracheva alla voce sci di fondo, in cui peraltro ritiene di non essersi espressa al massimo lo scorso anno, ma l'incognita principale riguarda la capacità di ripetere quel 91% a terra per lei stellare e vera chiave di volta nella conquista dell'ultima Coppa del Mondo.

Il ruolo di terza forza avrebbe dovuto essere affidato a Gabriela Soukalova, più giovane di 3 anni rispetto a Domracheva e di quasi 7 primavere rispetto a Mäkäräinen. Alla luce della giovane età è verosimile pensare che la ceca abbia margini di miglioramento sugli sci stretti, dove comunque ha già dimostrato di poter reggere il confronto con le più esperte rivali, rispetto alle quali si è dimostrata tiratrice migliore, in particolare nei poligoni in piedi dove vanta un eccellente 84% (a dispetto di certuni luminari che durante i Giochi di Sochi dissero di lei "in piedi è una delle tiratrici più disastrose del circuito").

La venticinquenne boema è quindi un prospetto di donna in grado di lottare per la classifica generale, ma il progetto di conquista della Coppa del Mondo è rimandato a un inverno futuro poiché lei stessa si è chiamata fuori dal novero delle pretendenti al trofeo dichiarando di essersi allenata meno del solito in estate, di aspettarsi una prima metà di stagione difficile e di puntare tutto sui Mondiali. I risultati delle gare di Vuokatti (sprint) e (mass start) sembrano confermare le parole di Soukalova, dimostratasi in grossa difficoltà.

Dunque terza incomoda cercasi anche perché, con il ritiro di Tora Berger, ai blocchi di partenza risulta difficile individuare altre credibili candidate alla Sfera di cristallo. Qualche chance deve però essere concessa proprio a una norvegese, ovvero Tiril Eckhoff. La ventiquattrenne di Trondheim è cresciuta esponenzialmente di colpi nell'ultimo triennio e nel suo caso un ulteriore miglioramento nella precisione in piedi la proietterebbe automaticamente tra le papabili per la conquista della Coppa del Mondo.

Peraltro le quotazioni di Eckhoff potrebbero salire se si pensa a come le ultime tre Sfere di cristallo delle stagioni post-olimpiche (Martina Glagow 2003, Andrea Henkel 2007, Kaisa Mäkäräinen 2011) siano andate ad atlete che avevano chiuso l'inverno precedente al di fuori delle prime sei posizioni della classifica generale e che mai in carriera erano entrate fra le prime quattro.

Alla voce "outsider" il nome più accreditato sarebbe quello di un'altra norvegese, Synnøve Solemdal. Coetanea di Soukalova e di un anno più esperta rispetto a Eckhoff, nel 2013-'14 ha alzato vertiginosamente le proprie percentuali e, finché è rimasta in salute, ha tenuto una media-punti da eccellenza assoluta. Se la mononucleosi da cui è stata colpita lo scorso inverno non ha lasciato strascichi nella preparazione atletica, allora non sarà sorprendente vederla sovente nelle zone nobili delle classifiche.

Difficile invece pensare a un'Anastasiya Kuzmina in grado di lottare per la Coppa del Mondo. La trentenne slovacca d'adozione appare ormai plafonata su percentuali che non le consentono di essere competitiva per la Sfera di cristallo e soprattutto voci di corridoio la danno in ritardo di condizione, pertanto come per Soukalova è verosimile che punti tutto sui Mondiali.

Non ci sono candidate alla Sfera di cristallo provenienti dal movimento più vincente di sempre nella storia del biathlon femminile che, per usare un eufemismo, sta attraversando un periodo difficile. Parliamo ovviamente della Germania, la cui crisi è dimostrata dai seguenti numeri: 

Nel novembre 2009, sommando i palmares delle atlete in attività, si ottenevano 4 Sfere di Cristallo assolute, con tanto di 72 vittorie e 186 podi in Coppa del Mondo.

Oggi, al contrario, dopo il ritiro di Andrea Henkel sommando i palmares delle atlete in attività si hanno 4 vittorie e 11 podi.

Peraltro la stragrande maggioranza di questi risultati portano la firma di Miriam Gössner, vittima nel maggio 2013 di un gravissimo incidente in mountain bike e su cui il capo allenatore Gerald Hönig si è detto altamente pessimista. Tuttavia la ventiquattrenne bavarese ha dato segnali incoraggianti nei test interni di Sjusjøen e la situazione potrebbe essere meno grama di quanto immaginato dal tecnico. Sarà Östersund a dare risposte in questo senso.

Si fa preoccupante invece lo stato di Laura Dahlmeier (una delle atlete più promettenti del team) che sta facendo i conti con i postumi di un infortunio alla caviglia che non ne vuole sapere di guarire. La ventunenne bavarese rischia di perdere la stagione, ma è sicuramente il futuro della squadra così come Franziska Preuß, di un anno più giovane, ma ancora un prospetto di campionessa. La sola atleta matura è la ventisettenne Franziska Hildebrand, ancora alla caccia del primo podio in carriera e da cui non si possono pretendere miracolosi progressi nel passo-gara.

Se Atene piange, Sparta non ride. Anche la Russia, l'altra superpotenza storica del biathlon femminile, approccia il 2014-'15 con una situazione problematica. Olga Vilukhina, deputata ad assumere il ruolo di numero 1 del movimento, ha sorprendentemente annunciato la decisione di prendersi un anno sabbatico, mentre non sono chiare le prospettive della trentaseienne Olga Zaitseva che, da più parti, viene indicata come concentrata esclusivamente sui Mondiali.

Pertanto la squadra diretta da Vladimir Korolkevich dovrà affidarsi, quantomeno nella prima parte di inverno, ad atlete sinora viste solo occasionalmente nelle posizioni di vertice quali Yana Romanova, Ekateryna Glazyrina ed Ekaterina Shumilova, salvo inaspettate crescite improvvise e/o resurrezioni agonisitche tipiche del movimento russo.

Al riguardo fa ben sperare il ritorno di Olga Galich (ora signora Yakushova), estremamente promettente a livello junior, mentre lascia perplessi la decisione di non convocare per Östersund la ventenne Uliana Kaisheva, nettamente la migliore del lotto nei test pre-stagionali.

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Detto a parte delle azzurre, meritano una citazione Ucraina e Francia.

La repubblica ex sovietica potrebbe togliersi importanti soddisfazioni nonostante l'assenza di Olena Pidhrushna e i problemi alla schiena di Vita Semerenko che rischia di perdere tutta la stagione. Se la gemella Valj riuscisse a evitare i pasticci al poligono sarebbe donna da successo in più di una gara. Inoltre è verosimile attendersi la prima vittoria in carriera da Juliya Dzhyma, di cui però non sono chiari i programmi (non la si è mai vista nei test pre-stagionali). In estate si sono visti segnali interessanti da parte di un paio di russe importate (Burdyga e Abramova) e il movimento gode di una serie di giovani promettenti che potrebbero garantire una staffetta da medaglia anche a Kontiolahti.

La squadra transalpina invece deve fare i conti con il ritiro di Marie Laure Brunet e almeno fino a gennaio sarà priva della neo-mamma Marie Dorin Habert. Tuttavia Anais Bescond ha assunto la dimensione di "puledra pazza", ovvero di donna capace di vincere così come di chiudere fuori dalle trenta a seconda del proprio altalenante rendimento al poligono. Inoltre si stanno già intravedendo le figure di due atlete che promettono di diventare grandi protagoniste del circuito femminile nel futuro a medio termine, ovvero Chloe Chevalier (classe 1995) e Justine Braisaz (1996). In particolare la seconda ha impressionato in positivo nei test interni di Idre, ma lo staff tecnico ha deciso di non convocarla per Östersund. Probabile che entrambe possano avere una chance nel massimo circuito più avanti in stagione.

 

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Venendo alla location si è già detto nella presentazione maschile di come Östersund abbia assunto in pianta stabile il ruolo di opening stagionale. Il massimo circuito del biathlon comincia dalla città dello Jämtland per il settimo inverno consecutivo e per la nona volta negli ultimi dieci anni.

Sino a oggi nell'Östersunds skidstadion si sono disputate 49 gare femminili individuali di primo livello (14 venti km, 20 sprint, 13 inseguimenti, 2 mass start), di cui quattro con valore iridato (una per ogni format durante i Mondiali del 2008, che torneranno nel 2019).

Sono 32 le atlete con almeno un successo e la più vincente di sempre è Tora Berger, capace di imporsi in ben 5 occasioni. Segue a quota 4 Olga Zaitseva, il cui ultimo successo sulle nevi svedesi risale però al 2005. Peraltro la norvegese e la russa sono le uniche ad aver superato la soglia delle due affermazioni.

Oltre alla già citata moscovita le donne in attività a vantare almeno una vittoria a Östersund sono quattro: Kaisa Mäkäräinen (2); Magdalena Gwizdon, Darya Domracheva e Gabriela Soukalova (1).

Va rimarcato come nei format con partenza a intervalli vi sia una fortissima sperequazione dei successi. Nelle quattordici individuali disputate si contano tredici vincitrici diverse, così come nelle venti sprint si sono imposte diciannove donne differenti. Le sole in grado di bissare un successo in queste competizioni sono Helena Ekholm (individuale) e Tora Berger (sprint). La norvegese inoltre è l'unica ad aver vinto più di una volta in due differenti format poiché ha primeggiato in due occasioni anche nell'inseguimento.

In tema di nazioni, sul gradino più alto dell'impianto svedese hanno sventolato 14 diverse bandiere. Il Paese più vincente in assoluto è la Germania (11), seguita a una sola lunghezza di distanza da Russia e Norvegia (10). Molto più lontane Svezia (5); Bielorussia (3); Finlandia (2); Bulgaria, Cina, Rep.Ceca, Francia, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Unione Sovietica (1).

L'Italia non ha mai vinto e nella storia ha ottenuto due podi. Entrambi portano la firma di Nathalie Santer seconda nell'individuale dell'11 marzo 1993 e terza nella sprint di due giorni dopo.

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Consensi sui social

Individuale Femminile Östersund (SWE)

1° Pos.DOMRACHEVA Darya

BLR

3° Pos.SEMERENKO Valj

UKR

Sprint Femminile Östersund (SWE)

1° Pos.ECKHOFF Tiril

NOR

2° Pos.VITKOVA Veronika

CZE

Inseguimento Femminile Östersund (SWE)

2° Pos.SEMERENKO Valj

UKR

3° Pos.WIERER Dorothea

ITA

Biathlon - Östersund

Dorothea Wierer è 3^ nell'inseguimento dominato da Kaisa Mäkäräinen!

Domenica 7 Dicembre 2014

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