Kristina Astakhova e Alexei Rogonov (184,24) si sono confermati la coppia di artistico rivelazione del primo scorcio di stagione vincendo per dispersione la quarantasettesima edizione del Golden Spin, ultima tappa dell’ISU Challenger Series ospitata dalla “Dom Sportova Arena” di Zagabria.
Il sodalizio russo, nato a primavera inoltrata, ha così bissato l’affermazione conquistata nella Volvo Cup di Riga, ma, nonostante abbia ottenuto la somma dei punteggi di gara più elevata tra coloro che hanno preso parte al circuito, non ha archiviato il successo finale, in quanto il risultato della tappa lettone non è stato ritenuto valido ai fini della graduatoria generale per via della presenza di sole quattro coppie.
In Croazia, gli allievi di Artur Dmitriev hanno pattinato un programma libero senza sbavature evidenziando qualità e sicurezza su ciascuno degli elementi presentati. Impeccabili sui salti tripli in parallelo e sui lanciati, si sono dimostrati a loro agio anche sui sollevamenti, che avevano creato qualche grattacapo in occasione della Rostelecom Cup, chiusa sul gradino più basso del podio. Astakhova/Rogonov potranno ora puntare con credenziali al terzo posto negli imminenti Campionati nazionali russi, che spalancherebbe loro le porte degli Europei di Stoccolma, obiettivo di certo non contemplato all’inizio della stagione.
In seconda posizione si sono piazzati gli italiani Valentina Marchei/Ondrej Hotarek (167,18), sensibilmente progrediti rispetto alla precedente uscita di Varsavia. In particolare, il contenuto tecnico del segmento più lungo di gara è stato arricchito con il triplo lutz in parallelo, che si è aggiunto al triplo flip lanciato, alla combinazione triplo salchow/doppio toeloop e al triplo salchow lanciato, elemento eseguito in maniera egregia a Zagabria. La coppia italiana, nel complesso già a suo agio sui sollevamenti, può peraltro recriminare per un paio di livello persi sull’axel lasso, ma al di là delle sfumature, ha dimostrato di avere già raggiunto un buon livello di competitività.
Il podio è stato completato dagli statunitensi Tarah Kayne/Daniel O’Shea (161,72), apparsi sul pezzo malgrado abbiano ricominciato ad allenarsi da poco più di un mese, dopo essere rimasti fermi a lungo per via di un intervento chirurgico all’anca cui è stata sottoposta Kayne in estate. Il risultato è stato accolto con soddisfazione dalla coppia a stelle e strisce, che, nell’attesa di ritrovare la condizione migliore, ha ben eseguito quanto pianificato, compreso il salchow in parallelo presentato doppio per scelta.
I giovani italiani Alessandra Cernuschi/Filippo Ambrosini (134,16) hanno chiuso la gara al quinto posto, preceduti per soli due centesimi dai britannici Caitlin Yankowskas/Hamish Gaman (134,18). Nell’occasione, i vice-campioni nazionali juniores hanno migliorato il primato personale confermando nel programma libero i progressi evidenziati nel primo segmento della competizione. Per gli allievi di Tiziana Pagani e Cristina Mauri diventerà ora fondamentale lavorare sulla qualità di esecuzione degli elementi, focalizzando nello specifico l’attenzione su salti lanciati e in parallelo, che rappresentano la chiave di volta per effettuare un altro importante step in avanti.
Non è mancato lo spettacolo nel programma libero maschile, che alla fine ha sorriso sia a Denis Ten (249,94) che a Michal Brezina (239,62). Il kazako si è, infatti, aggiudicato la vittoria, mentre il ceco, autore della migliore prestazione nel segmento più lungo di gara, ha raccolto i punti necessari per imporsi nell’ISU Challenger Series scalzando dalla vetta il giovane russo Petrov.
Entrambi, nonostante qualche passaggio a vuoto sugli elementi di salto, hanno mostrato sprazzi di classe, che lasciano ben sperare in vista degli appuntamenti più importanti dei prossimi mesi. Ten, così come avvenuto nel recente Trophèe Eric Bompard, ha aperto le danze con una sontuosa combinazione quadruplo toeloop/triplo toeloop, ma ha poi mancato l’appuntamento con il secondo quadruplo ed ha litigato con il triplo axel. Brezina, invece, ha completato uno dei due quadrupli salchow pianificati, ha eseguito due tripli axel, ma nel finale ha lasciato sul piatto punti pesanti a causa di un rittberger singolo anziché triplo.
Sul gradino più basso del podio si è accomodato il trentunenne russo Konstantin Menshov (229,51), che, grazie ai due quadrupli toeloop eseguiti nel programma libero, è riuscito a resistere senza patemi al prepotente ritorno del sorprendente statunitense Grant Hochstein (219,82), autore del migliore punteggio tecnico di giornata grazie ad un quadruplo toeloop e otto salti tripli completati, sei dei quali nella seconda metà della musica.
Il ventiquattrenne allenato da Peter Oppegard ha preceduto il russo Moris Kvitelashvili (207,77), il filippino Michael Christian Martinez (204,45), per la seconda gara consecutiva oltre i duecento punti, e l’azzurro Ivan Righini (200,80), che ha cambiato il piano di gara, rinunciando al quadruplo toeloop, ma è nuovamente caduto sul triplo axel, peraltro sotto ruotato.
Una nota di merito va a Carlo Vittorio Palermo (166,96), tredicesimo con un importante miglioramento del primato personale. L'allievo di Lorenzo Magri, anche oggi impeccabile sulle trottole, ha completato due doppi axel e sei salti tripli sporcando una prova maiuscola con una caduta sul doppio rittberger, ultimo elemento di salto pianificato. Peraltro, in virtù del risultato di Zagabria, il diciottenne di stanza ad Egna ha consolidato il terzo posto nel ranking parziale italiano, guidato da Ivan Righini davanti a Matteo Rizzo.
Nel programma corto femminile, complici errori di diverso peso delle atlete più attese, ha regnato l’equilibrio. Il successo parziale è andato a Maria Artemieva (59,59), caduta sulla combinazione triplo toeloop/triplo toeloop di apertura, ma puntuale sul resto degli elementi tra cui spiccano il triplo lutz preceduto dal passo e pregevoli trottole. La ventunenne russa, autrice del nuovo primato personale, ha regolato la coetanea svedese Isabelle Olsson (58,73), cresciuta di quasi cinque lunghezze rispetto alla migliore prestazione del passato in virtù di una prova senza sbavature impreziosita da una combinazione triplo lutz/doppio toeloop e da passi e trottole che hanno meritato il livello più alto a disposizione. Non è stata da meno la diciottenne tedesca Nicole Schott (56,46), unica atleta in gara in grado di completare al meglio una combinazione di due salti tripli. L’allieva di Michael Huth, reduce dal recente successo nel NRW Trophy di Dortmund, ha polverizzato il precedente primato personale facendo registrare il secondo punteggio tecnico di giornata. L’attesa finlandese Kiira Korpi (56,22) si è, invece, dovuta accontentare del quarto posto, penalizzata da una caduta su un triplo flip sotto ruotato e dall’avere atterrato su due piedi il doppio toeloop a chiusura della combinazione con un triplo rittberger. La ventiseienne di Tampere ha però tenuto la scia delle migliori grazie alle valutazioni più elevate sulle componenti del programma, senza dimenticare passi e trottole ben eseguiti.
In ogni caso, il libero di domani si annucia decisamente imprevedibile in quanto il distacco tra la prima e l’undicesima è rimasto nell’ordine dei nove punti. Dietro Korpi si sono piazzate la russa Diana Pervushkina (53,57), la slovacca Nicole Rajicova (53,27), la sorprendente slovena Dasa Grm (52,81), la statunitense Mariah Bell (51,08), la lituana Aleksandra Golovkina (50,98), la norvegese Anne Line Gjersem (50,62) e l’austriaca Kerstin Frank (50,41). Peraltro, ad eccezione di Mariah Bell, le prime undici in classifica si sono spinte oltre il limite tecnico per prendere parte ai Mondiali.
L’italiana Roberta Rodeghiero (42,98) non è andata oltre la diciottesima posizione pagando dazio per una giornata storta sugli elementi di salto. In particolare, si sono rivelate fatali una caduta su un triplo flip dalla rotazione sospetta ed un axel aperto in volo e completato solamente singolo.
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