Kristoffersen, l'urlo dopo quasi due anni e un post gara mai banale: "Sono sempre in tensione, ma da papà più maturo"

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Kristoffersen, l'urlo dopo quasi due anni e un post gara mai banale: "Sono sempre in tensione, ma da papà più maturo"

Il trionfo in Val d'Isère, che in Coppa del Mondo gli mancava dal 15 gennaio 2023 (a Wengen), significa gemma numero 31 e la 24esima in slalom per un grandissimo campione che si riprende pure il pettorale rosso sfruttando l'assenza di Noel. McGrath, ancora piazzato, è sempre più il futuro che è già presente, Meillard si accontenta del 3° posto considerando le difficoltà trovate, Pinheiro Braathen sorride per aver recuperato un 4° cruciale in ottica pettorali di partenza.

Henrik Kristoffersen non è mai banale quando c’è da parlare ai microfoni, nel caso in cui arrivi da una sconfitta, come dopo lo slalom di Gurgl o il gigante di ieri, oppure una vittoria bellissima come quella odierna nel terzo slalom di stagione, sulla Face de Bellevarde che già fu sua due volte, quasi un decennio fa (nel 2015 e di nuovo nel 2016).

Il week-end in Val d’Isère, uno dei preferiti per il 30enne di Lorenskog, si è chiuso con il massimo bottino possibile per il campione del mondo in carica della specialità, arrivato a quota 31 trionfi nel massimo circuito e leader della generale, ma anche nuovo pettorale rosso superando di 20 pt Clément Noel, costretto a dare forfait per l’incidente nella gara di sabato. Eppure, gli mancava un successo da quasi due anni, dall’abbinata Wengen-Courchevel, ovvero ultimo hurrà in coppa e poi la gara iridata del mese successivo. Lo scorso inverno è stato molto complicato, questo invece è cominciato benissimo e che fosse un Kristoffersen motivatissimo (forse anche dal ritorno del suo “capo” Marcel Hirscher), ma soprattutto di nuovo a posto sul piano tecnico, si era capito con il 2° posto di Soelden, in un gigante che proprio non sente suo.

Mancava solo la vittoria, eccola qui con una 2^ manche magistrale, ancor prima dell’uscita di Amiez che ha dovuto spingersi oltre i limiti per provare a batterlo, dopo averlo preceduto di 32 centesimi nella prima metà di gara. “Prima di tutto voglio dire che mi dispiace per Steven – le parole di HK94 nella flash interview in casa FIS – Sta sciando benissimo, arriverà il suo momento ma è un peccato che sia successo in casa, per questo grande pubblico è stata una delusione come quella dell’assenza di Noel. Sarebbe stata una gran battaglia anche con lui, inutile dire che ovviamente sono molto felice della mia gara.

Qui avevo vinto l’ultima volta 8 anni fa, ora sarà bello che alle prossime estrazioni dei pettorali non mi dovranno più chiedere da quanto non porto a casa un successo. Quando vinsi in Val d’Isère a quel tempo, ero meno nervoso di come vivo le gare ora, anche perché tutti si aspettano sempre qualcosa da me. Sono io stesso, però, a mettermi questa pressione: ora però sono anche un papà quindi, forse, un filo più tranquillo al di fuori del contesto agonistico. Ma non troppo…”.

Atle Lie Mcgrath ha concluso ad oltre mezzo secondo dal compagno di team, dopo una manche di qualità elevatissima che è valsa il terzo podio stagionale, senza vincere, al 2000 norge che apre un’altra doppietta degli “Attacking Vikings”, tra l’altro privi di Steen Olsen in questa due giorni in Alta Savoia. “Sono molto contento della mia 2^ - l’analisi del fenomenale 24enne scandinavo ai microfoni di Eurosport – E’ stata rischiosa, ma credo di aver sciato in maniera intelligente: avevo visto Lucas (Pinheiro Braathen, ndr) scendere con il sole e poi che nessuno riusciva a batterlo, ma sono stato veloce e costante”.

“Non è stato il week-end più facile per me e in generale – ha detto invece Loic Meillard, 3° con 6 centesimi di margine sul duello Feller-Braathen - ma chiudere con un podio è bello. Non si vedevano le buche, si sentiva solo il terreno mosso sotto i piedi, ma ho pensato a concentrarmi solo sulle mie sensazioni”.

E Lucas Pinheiro Braathen, da 26° a 4° per chiudere nel migliore dei modi un week-end molto complicato, dopo lo “zero” in gigante? Un altro piazzamento ai piedi del podio (ma c’è anche il 2° posto di Beaver Creek, ndr), ma fondamentale per come si erano messe le cose dopo la 1^ manche pensando ai punti della WCSL, visto che oggi il pettorale 28 del 24enne brasiliano era una tegola in condizioni del genere. “Alla quarta manche qui sono riuscito ad ottenere qualcosa di buono – ha raccontato “Pinheiro” a Eurosport – Sono molto orgoglioso di avere avuto la capacità di aggrapparmi ad un risultato, perchè avevo disperato bisogno di punti per abbassare i pettorali di partenza. Devo ricordare a me stesso di avere pazienza nella stagione del rientro, ma ho sempre ambizioni molto alte”.

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