La gara dei ritorni è anche quella di una storica tripletta norge e che bello l'abbraccio tra i "gemelli"

La gara dei ritorni è anche quella di una storica tripletta
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Sci Alpinocoppa del mondo maschile

La gara dei ritorni è anche quella di una storica tripletta norge e che bello l'abbraccio tra i "gemelli"

Domenica da ricordare a Soelden, con gli "Attacking Vikings" che monopolizzano il podio come mai prima in gigante e quasi 9 anni dopo Svindal, Jansrud e Kilde in Val Gardena. Simbolico quanto accaduto tra McGrath e Braathen, prima della manche perfetta di Steen Olsen che ora può svoltare: "Un sogno che si realizza e farlo con questi ragazzi di fianco è pazzesco".

Un Rettenbach da colpi di scena, sin dal principio in mattinata quando Marco Odermatt, col pettorale n° 1, esce di scena sul muro del gigante che aveva vinto nelle ultime due occasioni, mentre la Svizzera aveva già perso pochi minuti prima l'altra punta Loic Meillard, causa risentimento alla schiena accusato nel riscaldamento pre gara.

Tutti attendevano i campioni rossocrociati, ecco invece che a dominare l'opening di Coppa del Mondo sono i norvegesi con una tripletta storica, dividendo la scena col fantastico rientro del loro ex compagno Lucas Pinheiro Braathen e con l'uomo più atteso, Marcel Hirscher, tutti felici di aver portato a casa una gara unica per motivi differenti.

Gli “Attacking Vikings”, già tre nei cinque dopo la 1^ manche, sono stati straordinari davanti agli occhi di capitan Aleksander Aamodt Kilde, che perderà l'intera stagione ma può festeggiare, dopo un inverno 2023/24 che aveva visto i norge vincere in campo maschile solo la gara finale (in slalom) con Timon Haugan, un 1-2-3 mai visto.

Sì, perchè in gigante la Norvegia non aveva mai monopolizzato il podio e, in senso assoluto in CdM, era da quasi 9 anni che non vi riuscivano quando nel super-g della Val Gardena ci pensarono tre simboli dello sci scandinavo, Svindal, Jansrud e un giovane Kilde.

Bellissimo vedere Atle Lie Mcgrath (in versione Gianmarco Tamberi avendo tagliato la barba a metà in suo onore), oggi terzo ad un solo centesimo dalla piazza d'onore occupata da Henrik Kristoffersen, arrivare al traguardo con luce verde e 24 centesimi di margine su “Pinheiro”, andare ad abbracciare il suo ex compagno di team e gemello, loro uniti da sempre e nati a due giorni di distanza, in quell'aprile del 2000 che ha regalato allo sci due fenomeni.

Un altro fenomeno, e ormai sono due stagioni che lo si è capito, è il vincitore odierno: Alexander Steen Olsen, a 23 anni e dopo aver già timbrato in slalom a Palisades Tahoe, ma avendo anche sprecato molte chances per ripetersi, si sblocca anche in gigante e in maniera nettissima, con una 2^ capolavoro dopo aver già firmato il miglior tempo nella 1^ manche. “E' come un sogno che si realizza – ha detto ancora incredulo al microfono FIS nell'immediato post gara – E' pazzesco condividere questa giornata coi miei compagni, un grande team e una grande famiglia.

La prima vittoria in gigante per me è speciale, ma è incredibile che coincida con questa situazione. Cosa ho pensato al cancelletto prima di partire (con una piccola pausa per la caduta di Zubcic, poteva tornare alla mente quando accaduto nello slalom di Adelboden della scorsa stagione, ndr)? Solo che dovevo attaccare e non avere paura di farlo, ha pagato”.

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