Marco come Zurbriggen, Maier e Miller. Mamma che Odermatt a Saalbach: "La mia gara più bella"

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Marco come Zurbriggen, Maier e Miller. Mamma che Odermatt a Saalbach: "La mia gara più bella"

Il super-g mondiale ha consegnato l'asso elvetico alla storia, quarto uomo capace di vincere il titolo iridato di specialità dopo quelli di gigante e discesa. Le sue parole nel post gara così come quelle di Haaser, favoloso al rientro dall'infortunio, e di un Sejersted finalmente concreto e che incorona "Odi". "Continuando così diventerà il più grande di sempre".

Nel mito a 27 anni, eguagliando il tris d’oro (e proverà a farlo anche nella stessa edizione, l’ultimo a vincere tre ori individuali in una sola rassegna è stato Ted Ligety a Schladming 2013) tra gigante, super-g e discesa nella storia dei Mondiali, come in passato solo Pirmin Zurbriggen, Hermann Maier e Bode Miller.

A Saalbach, con un super-g semplicemente assurdo, Marco Odermatt ha fatto la storia firmando il suo terzo titolo iridato dopo discesa e gigante a Courchevel 2023. E l’ha fatto rifilando un secondo al primo inseguitore, Raphael Haaser, con il distacco più ampio in questa gara ai Mondiali che resta di Stephan Eberharter, trionfante con oltre un secondo e mezzo su Aamodt proprio qui a Saalbach, nel 1991.

“I materiali erano perfetti, ci abbiamo lavorato in prova e sono partito convinto della bontà del pacchetto – ha analizzato “Odi” al microfono di Ettore Giovannelli, nell’intervista del post gara in casa Rai Sport - Ho cercato sempre il limite senza andare mai oltre, credo sia stata la mia gara più bella. L’obiettivo dei tre ori? Guardo gara dopo gara e prendo ciò che arriva, non mi sono posto questo obiettivo mentre lo era il super-g, un titolo che mancava e ora mi godo. Avessi dovuto scegliere una gara qui, probabilmente sarebbe stata questa”.

Raphael Haaser è stato il primo degli umani, alla seconda medaglia a livello iridato con una bellissima gara se consideriamo che, dopo l’infortunio al ginocchio di metà dicembre nel gigante in Val d’Isère, lo specialista austriaco era rientrato solo a Kitzbuehel, dove pure in quel caso venne battuto solo da Odermatt. E’ il primo dei quattro alfieri del Wunderteam in top 11 (3 nei 6): “Sono senza parole – l’emozione di Raphael ai microfoni di Eurosport, lui che ha vissuto ore agitate con il grave infortunio patito ieri dalla sorella – Sentire il pubblico gridare quando arrivi e conquistare una medaglia, nel Mondiale di casa… troppo bello.

Credo che la mia prova nella parte alta sia stata molto buona, poi sono andato un po’ lungo nel tratto centrale ma la gara è stata solida, ero al limite e ho rischiato anche di uscire”.

Adrian Smiseth Sejersted si è preso il bronzo, il secondo per la nazionale norge dopo quello di ieri a firma Kajsa Vickhoff Lie, concretizzando a 30 anni, e con una prestazione brillantissima partendo senza riferimenti col pettorale n° 1, una carriera sinora ricca di rimpianti. “Sapevo che dopo i primi 30” difficili, ci sarebbe stato solo da spingere full gas – ha raccontato a Eurosport il velocista scandinavo – Ci voleva tanta intensità, se penso a Fredrik (Moeller, il suo compagno 5° a 7 centesimi dalla medaglia) dico che è stato bravissimo perché dopo aver vinto a Bormio si è fatto male e ne sono certo, sarà per parecchi anni al top.

Odermatt? Se continua così sarà presto il migliore di tutti i tempi”.

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