Nel disastro azzurro a Zagabria si salvano solo i rientranti Razzoli e Sala. Vinatzer, che rabbia...

Un mezzo disastro, tra l'altro sul tracciato disegnato dall'allenatore responsabile degli azzurri, Jacques Theolier, in una prima manche davvero da incubo per l'Italia dello slalom a Zagabria.

Certo, i bilanci si faranno a fine gara, ma due soli qualificati col 27° e il 28° crono, tra l'altro di due atleti come Giuliano Razzoli e Tommaso Sala appena rientrati dopo essere finalmente risultati negativi al Covid, e con pochissimo allenamento nelle gambe (uno solo, nella giornata di ieri, per il campione olimpico), è davvero troppo poco.

Si puntava forte, fortissimo su Alex Vinatzer reduce da due gare strepitose e qui con dolci ricordi dopo il 3° posto dello scorso anno; si è potuto valutare ben poco della prova del gardenese, che era partito bene prima di inforcare dopo 15 secondi di gara. Discreto Simon Maurberger, ma l'errore sul muro finale è costato una qualifica quasi certa, decisamente male Manfred Moelgg e Stefano Gross (che ora rischia grosso nella WCSL), esclusi dai 30 senza particolari errori e con uan pista che, anche con i loro pettorali, consentiva eccome di fare il tempo.

Peccato per Fede Liberatore, che sembrava in corsa per potercela fare, ma ha commesso un errore ingenuo arretrando ad inizio piano, e poi ecco appunto Razzoli (sulla sua pista magica, quella del primo podio e della prima vittoria in CdM prima delle Olimpiadi 2010) e Sala che ce l'hanno fatta per pochi centesimi, chiudendo rispettivamente a 2”34 e 2”35 da Clément Noel che guida con margine dopo la prima manche. La seconda, su tracciatura austriaca, scatterà alle ore 15.30 e i due azzurri sono chiamati almeno a limitare i danni portando a casa qualche punto.