Dopo quella dedicata al settore femminile, ecco la nostra presentazione con tutti i possibili protagonisti per ogni specialità. In ottica generale due nomi su tutti, nella velocità si prospetta di nuovo uno spettacolo entusiasmante con sei fenomeni. Tra i pali stretti, si salvi chi può...
Il via domenica da Soelden, la novità di Zermatt-Cervinia (da confermare), la doppia trasferta nordamericana cominciando dalla classica abbinata Lake Louise-Beaver Creek per poi tornarvi dopo i Mondiali tra Palisades Tahoe e il trittico di velocità ad Aspen (che sostituisce Kvitfjell dopo quasi 30 anni), la seconda metà di dicembre tutta italiana tra Val Gardena, i due giganti sulla Gran Risa, lo slalom sulla 3Tre di Campiglio e le gare veloci di Bormio, prima di un gennaio che comincia con la novità della rinuncia a Zagabria per affrontare la prima di due tappe a Garmisch (slalom prima, discesa-gigante poi), a precedere le classicissime di Adelboden, Wengen (che conferma il super-g), Kitzbuehel e Schladming.
E a chiudere a metà marzo Kranjska Gora, che ha ottenuto nuovamente due giganti sulla Podkoren, e le finali a Soldeu.
Questo in estrema sintesi il calendario della Coppa del Mondo maschile 2022/23, lungo 43 appuntamenti (uno in più delle donne) e, rispetto al circuito rosa, con più gare veloci rispetto a quelle tecniche (14 discese e 8 super-g da una parte, 10 slalom, 10 giganti e il parallelo di Lech/Zuers dall'altra) e due grandi favoriti per la sfera di cristallo assoluta, il detentore Marco Odermatt e colui che la vinse due anni prima, concludendo invece 2° nel 2022, Aleksander Aamodt Kilde.
Facciamo le carte alla stagione ormai alle porte, partendo proprio da ciò che vedremo tra gli uomini che puntano alla generale.
GENERALE: ODERMATT VS KILDE, MA I VELOCISTI “PURI” POSSONO GIOCARSELA
Marco Odermatt e Aleksander Aamodt Kilde, a maggior ragione con il ritorno a tempo pieno del norvegese tra le porte larghe del gigante.
Sono i due nomi che catalizzano le attenzione per conquistare la sfera di cristallo assoluta nella stagione alle porte, ma è chiaro che “Odi”, considerata la sua crescita esponenziale in discesa e il dominio assoluto in gigante, dando per scontato il suo rendimento in super-g (la disciplina comunque più sacrificata a livello di calendario), parte come primo favorito davanti al vincitore della coppa 2020, che dovrà limitare i danni in gigante e giocarsela soprattutto nella disciplina regina per fare un po' la differenza sul rivale elvetico.
Henrik Kristoffersen e Alexis Pinturault, che per tanti anni hanno inseguito il sogno coppa alle spalle di Marcel Hirscher, con il transalpino che poi ce l'ha fatta nel 2021, sul filo di lana contro Odermatt, per vari motivi partono decisamente dietro rispetto ai due nomi sopra citati.
HK94 ha lo stimolo eccezionale, ma anche l'incognita, del cambio materiali con la grande avventura cominciata con il marchio Van Deer proprio del grande ex rivale Hirscher, ma con una ventina di gare tecniche e zero chances nella velocità, trovandosi al cospetto di due atleti (Odermatt e Kilde) che sono di primissima fascia su tre discipline, il conto è presto fatto e servirebbe un mezzo miracolo per giocarsela per il trionfo finale, mentre l'obiettivo podio finale, che il norvegese ha raggiunto pure nel 2021/22 chiudendo terzo, è alla portata seppur tutt'altro che semplice.
Discorso simile per Pinturault, che dal canto suo è meno competitivo di Kristoffersen in slalom, ma può raccogliere qualcosa di buono in super-g: con i Mondiali in casa (letteralmente, visto che Alexis è di Courchevel), il leader dell'Equipe de France punterà principalmente a riscattare un'annata, l'ultima, davvero deludente senza vittorie in coppa dopo un decennio e con il decimo posto nella overall.
Con la bellezza di 14 discese, saranno tutt'altro che da sottovalutare i “gemelli” austriaci, Vincent Kriechmayr e soprattutto Matthias Mayer, che già un paio d'anni fa rimase in corsa per il coppone sino a gennaio inoltrato, visto che soprattutto nella disciplina regina, il tre volte campione olimpico può avere qualcosa in più rispetto al compagno di squadra. Ad ogni modo, lo stesso bi campione del mondo di Cortina 2021 ha concluso al 5° posto nella generale 2021/22, ad appena 40 punti da “Mothl”.
Ragionando proprio su questo calendario che strizza l'occhio a chi sa esprimersi ad altissimi livelli in discesa, ecco che Dominik Paris può pensare di lottare per una top five finale (ma il podio non è impossibile). Missione più complicata per Beat Feuz, verosimilmente, anche se il neo campione olimpico, oltre a puntare alla cinquina di coppe in discesa dopo aver interrotto la serie alle finali di Courchevel, ha dimostrato di poter fare ancora bene in alcuni super-g del circuito.
Il terzo austriaco in ordine di chances? Difficile dire se possa essere, come lo scorso anno, un Manuel Feller finalmente continuo tra gigante e slalom, oppure Marco Schwarz che, dopo una stagione davvero complicata, lo si attende ai livelli del 2020/21 sia tra i pali stretti, ma spostando il suo raggio d'azione sino ai super-g, che il carinziano disputerà in più occasioni.
Atleti che possono fare benissimo sulle due discipline tecniche, però, sono certamente Loic Meillard e i due norge classe 2000, Lucas Braathen e Atle Lie McGrath, già vincenti nel primo anno post infortunio alle ginocchia (per entrambi) e capaci di salire chissà fin dove. Parlando invece nuovamente di velocisti, con qualche possibilità di spingersi sino al gigante in certi contesti, bisognerà fare attenzione a Ryan Cochran-Siegle: il 2021/22 è stato di riadattamento dopo il bruttissimo infortunio di Kitzbuehel, ma “RCS” è in grado di stupire in qualsiasi tipo di gara tra discesa e super-g, anche se in ottica Coppa del Mondo (anche solo per la top ten finale) la continuità sarà il vero punto di domanda per il talentuosissimo statunitense.
DISCESA: SEI “MOSTRI” E... IL RESTO DEL MONDO
La scorsa stagione di discesa ci ha regalato uno spettacolo davvero unico, con sei atleti semplicemente incredibili che si sono giocati sino alle ultime due gare la Coppa del Mondo di specialità, anche se il “settimo”, l'eterno Johan Clarey, ha rischiato di beffare tutti quanti nella sfida più importante, quella olimpica che ha visto il transalpino d'argento, ad un soffio da Beat Feuz.
Non si può che partire dal quattro volte vincitore della sfera di cristallo nella disciplina regina, nonché ora campione olimpico in carica, per analizzare ciò che potrà accadere lungo i 14 appuntamenti (record assoluto) previsti nel 2022/23 del panorama discesa: Feuz, infatti, ha perso l'ultima coppa sul filo di lana nella volatona alle finali contro Aleksander Aamodt Kilde e, seppur con lo stimolo di una sfida mondiale come quella sull'Eclypse di Courchevel, il 35enne rossocrociato mirerà ad un altro (l'ultimo prima di smettere?) colpo nella classifica di specialità.
A partire da Zermatt-Cervinia, sarà sfida totale con Dominik Paris, a nostro avviso il co-favorito per il trofeo: di nuovo sul podio finale lo scorso anno, terzo dietro a Kilde e Feuz, il jet azzurro vuole coronare, a 33 anni, una carriera alla quale manca solo questa Coppa del Mondo (dopo aver già vinto quella di super-g) e una medaglia olimpica (in quel caso, bisognerà attendere sino a Milano Cortina 2026). La preparazione è stata ottimale, ma gli avversari sono da paura, visto che il sestetto di testa si completa con Aleksander Aamodt Kilde, Marco Odermatt, Matthias Mayer e Vincent Kriechmayr.
Il norvegese ha vinto le due coppe del settore velocità, punterà anche alla generale e magari in discesa può mancargli qualcosa nelle gare più da specialisti puri, ma è capace di tutto come il suo diretto rivale Marco Odermatt, subito a podio su una pista come la Streif e, seppur non ancora vincente in alcuna gara della disciplina regina, già pronto per giocarsi la sfera di cristallo pure in DH.
L'Austria propone i suoi veterani come punto di riferimento, due garanzie assolute come Matthias Mayer e Vincent Kriechmayr: forse in discesa partono meno favoriti rispetto al super-g, ma specialmente il carinziano può battere chiunque e con una certa continuità. Il tridente del Wunderteam si completa con Daniel Hemetsberger, una delle rivelazioni dello scorso anno assieme all'elvetico Niels Hintermann, che a sua volta è il “terzo violino” del team rossocrociato.
Attenzione a Francia e Stati Uniti, con tanti veterani che, per un colpo di giornata più che una top five nella classifica di specialità, quantomeno improbabile, possono giocarsela con elementi come Clarey, Muzaton, Theaux e Bailet da una parte, e Cochran-Siegle, Ganong e Bennett dall'altra. Ci sono poi i tedeschi da tenere d'occhio, specialmente un campione come Thomas Dressen che, seppur tormentato dagli infortuni negli ultimi 3 anni, ora sembra finalmente aver potuto mettere assieme un periodo di allenamento di qualità per presentarsi già in buone condizioni a Zermatt-Cervinia. Al suo fianco l'eterno Romed Baumann e Josef Ferstl su tutti.
Se Max Franz non sembra più quello di fine 2018 con le due vittorie in serie tra Lake Louise e Beaver Creek, non ci dovremo sorprendere se i giovani canadesi saranno in grado di puntare a qualche colpaccio, da Cameron Alexander, che a Kvitfjell si è regalato un successo incredibile, a James Crawford.
La Svezia attende il rientro di Felix Monsen, la Svizzera il miglior Urs Kryenbuehl, ovvero quello visto sino al terribile crash sulla Streif, infine gli altri azzurri che punteranno almeno ad un podio, mancato anche lo scorso anno se escludiamo, naturalmente, i risultati di Paris. Parliamo di Casse, Marsaglia e Innerhofer su tutti, di un Guglielmo Bosca che ha trovato costanza per puntare a più di una top ten se non... di più, e magari un Lele Buzzi completamente sfiduciato nelle ultime stagioni, ma che ha lavorato bene con il gruppo di Ghidoni come lo stesso Nick Molteni.
SUPER-G: KILDE, ODERMATT, MAYER E KRIECHMAYR, ANCORA LORO!
Se in discesa abbiamo indicato sei nomi sopra a tutti nei pronostici, ecco che per il super-g potrebbe essere un quartetto a giocarsi nuovamente la graduatoria di specialità.
Aleksander Aamodt Kilde ha vinto nettamente la coppa nella scorsa stagione, con quattro successi e i conti già chiusi a Kvitfjell, sfruttando qualche passaggio a vuoto (come sulla pista norvegese) di Marco Odermatt, che pure aveva mancato la chance olimpica in quella disciplina. Il nidvaldese può giocarsi anche questo trofeo, considerate le sue qualità eccezionali in SG, ma non sarà facile scalzare dal trono il norvegese, semplicemente devastante in ogni tipo di gara, così come dovranno superarsi Vincent Kriechmayr e Matthias Mayer.
Rispettivamente terzo e quarto nella classifica finale 2021/22, i due austriaci ci riproveranno (Kriechmayr vinse quella coppa nel 2021, proprio davanti a Odermatt) su un calendario molto “corto”, visto che saranno appena otto le gare di specialità e non ci si potrà permettere alcun tipo di errore, specialmente nel triplo appuntamento iniziale tra Lake Louise e Beaver Creek.
Dominik Paris, se saprà ritrovare il livello visto fino al 2020 e all'infortunio pre Kitzbuehel, potrà comunque insidiare questi grandi rivali, lui che è uscito dalla top ten della WCSL di disciplina dopo un ultimo anno molto complicato. Ci sono due autentiche mine vaganti, da non escludere anche per la lotta al podio di specialità, che rispondono ai nomi di James Crawford e Ryan Cochran-Siegle. Due supergigantisti puri, con l'istinto e la classe di chi sa inventarsi ogni tipo di numero in una gara così particolare; i due nordamericani partono davanti nel pronostico ad un terzetto di svizzeri come quello formato da Beat Feuz, mai realmente in lotta per la sfera di cristallo e con il focus tutto sulla discesa, Stefan Rogentin, che ha fatto davvero molto bene nel 21/22, e soprattutto il rientrante Mauro Caviezel, vincitore della coppa nel 2020 e primo rivale di Kilde sino all'infortunio in avvio di 2021 (in allenamento a Garmisch) che ne ha condizionato l'anno e mezzo successivo.
Ora il grigionese sembra recuperato e specialmente nei super-g più tecnici può giocarsela con i grandissimi. Un altro elemento di gran classe, condizionato spesso dai guai fisici, è Adrian Smiseth Sejersted, seconda punta della Norvegia.
Da Sander a Baumann, da Ferstl al rientrante Dressen, la Germania propone quattro atleti di ottimo livello (c'è pure Jocher...), l'Austria oltre ai due “fari” partirà con speranze per Walder, Haaser e Danklmaier, con qualche incursione anche dello stesso Marco Schwarz, la Francia su Bailet, Giezendanner, Pinturault (non in tutte le prove) e Clarey che, però, è addirittura uscito dalla top 30 della WCSL. Oltre a “RCS”, americani che possono contare sul solito Travis Ganong e su River Radamus, mentre l'Italia farà affidamento pure a Casse, Marsaglia, Innerhofer, Bosca e, con la sensazione che possa già fare il salto quest'anno dopo le prime gare di apprendistato, Giovanni Franzoni che ha vinto la classifica generale di Coppa Europa e già al massimo livello ci ha fatto vedere cose importanti. Proprio in super-g, ancor più che in gigante, potrebbe giocarsi piazzamenti a punti “pesanti”.
GIGANTE: “ODI” IL PADRONE, TUTTI AL SUO INSEGUIMENTO
Cinque vittorie, due secondi posti e un terzo, otto podi su altrettante gare stagionali della Coppa del Mondo di specialità e l'oro olimpico, resistendo nella bufera di Yanqing alla folle rimonta di Zan Kranjec, come solo un fuoriclasse avrebbe potuto fare.
Marco Odermatt è stato il padrone assoluto del gigante nell'ultima stagione, ai livelli dei migliori Hirscher e Ligety nel nuovo millennio, e parte come naturale favorito per il bis anche tra le porte larghe.
Henrik Kristoffersen è stato in grado di batterlo due volte, su due piste meravigliose come la Gran Risa in Alta Badia e la Podkoren a Kranjska Gora, negli ultimi 12 mesi: il norvegese capirà già a Soelden qualcosa in più sulle sue possibilità dopo la rivoluzione del passaggio da Rossignol a Van Deer, ma sarà nel cuore della stagione, con le grandi classiche sui pendii più impegnativi, che sapremo se l'asso norge potrà duellare con continuità al cospetto di Re Odermatt.
E Alexis Pinturault? Sulla carta è il terzo candidato ad una coppa di specialità che ha già vinto nel 2021, bruciando “Odi” alle finali di Lenzerheide, ma dovrà cambiare tutto o quasi rispetto al semi disastro della scorsa stagione. Il transalpino ha tutte le qualità e l'esperienza per riuscire a tornare con costanza là davanti, anche se il nidvaldese ha portato il gigante ad un livello superiore.
Lucas Braathen, Manuel Feller, Luca De Aliprandini e Zan Kranjec sono gli altri campioni facenti parte del primo sotto gruppo di partenza e assaltano la nuova stagione con ambizioni decisamente importanti, seppur con motivazioni differenti. Andando in ordine, il 22enne scandinavo è ormai pronto, a due anni dalla sua prima vittoria proprio a Soelden e con il grave infortunio di Adelboden nel mezzo, per lottare anche per una coppa di disciplina considerando che, specialmente nella seconda parte dell'annata 21/22, abbiamo rivisto il “Pinheiro” esploso con la sua danza sul Rettenbach nel 2020. L'austriaco, considerando pure l'infortunio del compagno Brennstreiner (out per l'opening, ma tornerà presto per le classiche di dicembre), si dovrà caricare sulle spalle tutto il Wunderteam e può certamente lottare per il podio di specialità, che può diventare anche un obiettivo dell'unico azzurro in grado di stare al vertice, ormai da anni, di una disciplina nella quale l'Italia soffre da tempo.
Luca De Aliprandini, infatti, ha già accarezzato l'idea della top 3 finale nell'ultima annata (conclusa poi in sesta posizione), la più continua della sua carriera che ha preso una svolta definitiva con l'argento mondiale di Cortina 2021. A Courchevel l'obiettivo sarà la medaglia, ma il trentino, nel pieno della sua maturità agonistica, punterà al secondo podio in Coppa del Mondo, dopo aver coronato il sogno sulla Gran Risa 10 mesi fa, già molto prima.
Lo sloveno vice campione olimpico, per concludere l'analisi di questo quartetto, deve invece ritrovare una continuità persa dal 2020 in poi, anche se quella medaglia a cinque cerchi potrebbe aver cambiato le cose per Kranjec, che ha una bella chance sul Rettenbach già domenica prossima, visto che il feeling con Soelden è ottimo (due podi).
Ha tutti i mezzi per ottenere la prima vittoria “vera” in coppa (sinora si è imposto solo nel discusso parallelo di Chamonix 2020), dopo aver già ottenuto cinque podi in gigante e gettato al vento un paio di occasioni enormi, Loic Meillard che a 25 anni è già una certezza su entrambe le discipline tecniche. Ci si attende tanto dall'elvetico, così come dall'iridato in carica, Mathieu Faivre, che dopo l'oro di Cortina sembrava aver imboccato la strada di una seconda carriera di altissimo livello, ma lo scorso anno (pur salvandosi con il bronzo ai Giochi) ha davvero faticato, e da Filip Zubcic finito addirittura vicino al confine della top 15 mondiale, ma già in grado di vincere tre volte in Coppa del Mondo.
Obiettivo top ten finale di specialità, difficilmente qualcosa in più, per Gino Caviezel e Justin Murisier (con l'ernia del disco che rappresenta un bel problema per il vallesano, seppur già in recupero) in casa Svizzera, per River Radamus e Alexander Schmid, così come potenzialmente per Atle Lie McGrath, anche se sinora l'altro fenomeno norge ci ha fatto vedere le migliori cose in slalom, e Thibaut Favrot.
Se tra i giovani c'è un nome come quello di Alexander Steen Olsen, bi campione del mondo jr tra gigante e slalom, ma pure già in top ten tra le porte larghe alle finali 2022, che spicca su tutti, finalmente anche l'Italia propone due classe 2001 dal sicuro avvenire. Filippo Della Vite, secondo nella gara iridata di categoria dietro al coetaneo norvegese, e lo stesso Giovanni Franzoni possono mirare con continuità anche alla top 15 in più occasioni, ci si attendono segnali importanti sin dall'opening sul Rettenbach, dove al via vedremo anche Borsotti, Hofer, Zingerle, Tonetti e Maurberger (oltre a Paris) quali carte della nazionale.
SLALOM: UNA BARAONDA TOTALE, VINATZER NELLA MISCHIA?
E' la specialità più folle e imprevedibile del circo bianco.
Certo, Henrik Kristoffersen è riuscito ad imporsi due volte dal ritiro di Hirscher in poi, conquistando il trofeo nel 2020 e nel 2022 (con Schwarz pettorale rosso nel 2021), ma a livelli di singoli appuntamenti si è visto di tutto, con ribaltoni clamorosi e vincitori sempre differenti. Ecco quindi che indicare il norvegese quale primo favorito per la Coppa del Mondo di slalom 2022/23 appare quantomeno un azzardo, basti pensare che il campione olimpico e vincitore già nove volte (a soli 25 anni) in gare del massimo circuito, Clément Noel, ancora non ha alzato una sfera di cristallo.
Il francese può essere considerato il riferimento tecnico, ma in pochi mesi sono arrivati due fenomeni come Lucas Braathen e, soprattutto, lo spaventoso Atle Lie McGrath ammirato nel finale del 21/22, a mischiare ancor più le carte di una specialità che, in ogni caso, ha visto tre scandinavi concludere ai primi quattro posti della graduatoria finale nella scorsa stagione.
Tra di loro Manuel Feller, che sogna anch'egli di alzare quel trofeo per la prima volta in carriera, ma come detto è tutto aperto almeno ad un'altra decina di atleti, anche per il successo assoluto in coppa. Alex Vinatzer deve crederci, ha il livello per giocarsela su qualsiasi tipo di pendio, ma chiaramente dovrà trovare quella continuità che, stando a quanto emerge dal lavoro svolto dopo il cambio materiali scelto in primavera, una fiducia rinnovata potrebbe dargli per andare intanto alla conquista della prima vittoria in CdM. Daniel Yule e Loic Meillard sono le due punte principali di casa Svizzera, dove si vuole riportare là davanti anche Ramon Zenhaeusern, condizionato da un guaio alla spalla praticamente per un anno intero nel 2021/22.
L'Austria ha tante frecce al proprio arco, perchè se risulta difficile pensare ad un Michael Matt da primissime posizioni con continuità, ecco che Marco Schwarz e la rivelazione dell'ultima stagione, Johannes Strolz, possono puntare al massimo bottino. Il quarto norvegese, e fa strano dirlo perchè stiamo parlando del campione del mondo in carica, è Sebastian Foss-Solevaag e la continuità di uno specialista esperto come lui va tenuta eccome in considerazione, in una disciplina dove raccogliere sempre punti farà la differenza.
Dave Ryding, ma pure lo stesso Linus Strasser, sono veterani che hanno vinto entrambi lo scorso anno e non si possono sottovalutare, come Giuliano Razzoli che, praticamente a 38 anni (li festeggerà una settimana dopo l'esordio stagionale di Val d'Isère), è rientrato di prepotenza in top 15 mondiale e su un podio come quello di Wengen, sfiorando pure quello olimpico. L'oro di Vancouver 2010 non si è mai giocato sino alla fine una Coppa del Mondo, non è da escludere che all'ultimo ballo possa davvero essere lì con tutti gli altri, visto il livello mostrato (per tutta la stagione!) negli ultimi mesi.
L'Italia ha scoperto anche uno splendido Tommaso Sala, con il primo podio della carriera non troppo distante, cerca risposte da “Sabo” Gross e dai giovanissimi, Saccardi e Kastlunger in primis.
Non dimentichiamoci del rientro a pieno regime di Adrian Pertl, che è pur sempre il vice campione del mondo della specialità, e di quel “pazzo scatenato” di Kristoffer Jakobsen, pettorale rosso in avvio di una stagione poi finita malissimo per lo svedese che, a tratti, ci ha fatto vedere però cose straordinarie.
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LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Breuil-Cervinia | 6/15 | 45-120 cm |
Ghiacciaio Val Senales | 2/11 | 20-50 cm |
Ghiacciaio Presena | 0/30 | 0-10 cm |
Saas-Fee | / | 0-0 cm |
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